G20 di Patricia Riggen

Un film dove i pregi sono raggiungere la mediocrità

Così inutilmente blando che è davvero difficile parlarne

G20 (Usa, 2025)
Regia: Patricia Riggen. Soggetto: Logan Miller, Noah Miller. Sceneggiatura: Caitlin Parrish, Erica Weiss, Noah Miller, Logan Miller. Fotografia: Checco Varese. Montaggio: Doc Crotzer, Emma E. Hickox. Musiche: Joseph Trapanese. Scenografia: Renee Filipova. Costumi: Paco Delgado, Moira Anne Meyer. Produttori: Viola Davis, Andrew Lazar, Tricia Miles, Julius Tennon, Janine van Assen. Produttori esecutivi: David Fliegel, Logan Miller, Noah Miller, RW, Danny Sherman. Casa di produzione: Amazon Studios, Big Indie Pictures, JuVee Productions, MRC Film, Mad Chance. Interpreti: Viola Davis (Presidente Danielle Sutton), Anthony Anderson (Derek Sutton), Ramón Rodríguez (Ag. Manny Ruiz), Marsai Martin (Serena Sutton), Antony Starr (Rutledge), Douglas Hodge (Primo Ministro Oliver Everett), Elizabeth Marvel (Segr. Joanna Worth), Christopher Farrar (Demetrius Sutton), Sabrina Impacciatore (Elena Romano), Clark Gregg (Vice Pres. Harold Moseley), Angela Sarafyan (Quoll), Gideon Emery (Warren Paxton), Jandré Le Roux (agente Parry), Alexander Maniatis (Hans). Genere: azione, thriller. Durata: 108’. Paese di Produzione: USA - 2025. Distribuzione in italiano: Amazon Prime Video.

Questo film mi è arrivato con il passaparola. È un film d’azione di produzione Prime Video che promette più risate che emozioni vere. I miei amici in coro mi hanno detto: “guardalo: è una merda”, ma ammetto che mi sono smosso solo al sentire il nome di Antony Starr.

Il presidente degli stati uniti è una donna di colore. Questo è quello che conta nella trama. Sembra che io sia razzista e voglia farlo rilevare come difetto; ma invece è proprio il film che lo mette in mostra. Ti dice di continuo quanto lei sia figa, non fa altro che mettere questa cosa in risalto. È come se ti urlasse: “ci sono due minoranze bistrattate nella protagonista, quindi questo film è bello!” Potremo chiudere qui, ma c’è anche una trama. Questa presidente (fichissima, ex militare, che picchia i soldati, genio della finanza, blablabla) ha due figli: un maschio INUTILE (in maiuscolo) e una femmina genio, ribelle, hacker, prossima salvatrice dell’umanità, ne siamo certi. Ovviamente ha anche un marito (la presidente, non la figlia) che la ama e questa è tutta la sua caratterizzazione. La signora organizza un G20 (il raduno dei grandi della terra) in Sud Africa. La cosa va “leggermente” male quando un gruppo di terroristi li rapisce tutti. I motivi sono economici, ma la minaccia è molto grande ed è in quel momento che la presidente si incazza e… mena a tutti.

Con le musiche degli Oliver Onions sarebbe stato molto meglio. In generale è un filmetto d’azione dimenticabile. Non è certo il primo dove il presidente degli stati uniti è un ex militare cazzuto che ammazza tutti (ricordo i fasti di Air force One), ma forse è il primo che calca in modo grossolano sui temi della liberalità risultando proprio stupido. Purtroppo non è il film trash che mi avevano promesso, ma più una robetta al limite della noia, con tanti spari e frasi a effetto che effetto non hanno. Nemmeno Starr salva il film, complice un copione poco illuminato che non gli dà modo di brillare come sappiamo può.
Vorrei dire qualcosa su Viola Davis, non per altro perché è brava e famosa; ma proprio perché lo è, forse è meglio sorvolare sul fatto che è la protagonista di questa roba.
L’azione è… lì. La gente si spara, c’è qualche coltellata e qualche esplosione. Sul piano tecnico è tutto molto ordinario. È un film dove i pregi sono raggiungere la mediocrità, ma i difetti sono evidenti. Sembra che io non sappia cosa dire perché… è vero. È un film così inutilmente blando che è davvero difficile parlarne.

Infatti la chiudo qui. Ve lo consiglio solo se vi piace sentire rumore mentre fate altro.

A cura di Marco Molendi



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