Un film nero e senza speranza
Thriller psicologico che indaga le ferite della guerra
Hinterland (Austria, Lussemburgo 2021)
Regia: Stefan Ruzowitzky. Soggetto e Sceneggiatura: Robert Buchschwenter, Hanno Pinter, Stefan Ruzowitzky. Fotografia: Benedict Neuenfels. Montaggio: Oliver Neumann. Musiche: Kyan Bayani. Case di Produzione: Amour Fou Luxembourg, FreibeuterFilm. Genere: Poliziesco, Drammatico, Storico. Anno: 2021. Paesi di Produzione: Austria, Lussemburgo. Distribuzione (Italia): Beta Cinema. Durata: 98 min. Interpreti: Murathan Muslu (Peter Perg), Liv Lisa Fries (Theresa Körner), Max von der Groeben (Paul Severin), Stipe Erceg (Paul Rekowski), Marc Limpach, Trystan Pütter, Nilton Martins, Aaron Friesz, Matthias Schweighöfer.
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Hinterland è un thriller storico del 2021, ultimo lavoro del regista e sceneggiatore austriaco Oscar Stefan Ruzowitzky, già premio Oscar per il miglior film straniero con Il falsario - Operazione Bernhard. Si tratta di una coproduzione europea tra Austria, Germania, Belgio e Lussemburgo capace di ricreare in digitale la Vienna del 1920, ambientando il film in una città cupa e allucinata, persino distorta, seguendo la visuale di un reduce di guerra. Puro cinema espressionista, thriller psicologico che indaga le ferite della guerra e i segreti più insondabili dell’animo umano. In breve la trama. Alla fine della Prima Guerra Mondiale, Peter Perg, ex ispettore di polizia, torna a Vienna dal fronte russo, dopo aver scontato una lunga prigionia e aver assistito a orrori indicibili. Tutto intorno a lui è cambiato, Vienna non è la stessa città che aveva lasciato, Perg non riconosce più i luoghi perduti, distrutto l’impero asburgico resta una Repubblica instabile e inaffidabile. Il fulcro del thriller sono gli omicidi rituali (molto brutali e mostrati senza particolari censure) di alcuni ex soldati. Perg comincia da sospettato, quindi rientra in polizia e aiuta lo sviluppo delle indagini fino a un esito imprevedibile, un vero colpo di teatro che non anticipo. I cadaveri sono segnati da torture e vendette sulle quali si approfondiscono le note medico legali della dottoressa Theresa Körner e le indagini del giovane Paul Severin. La cosa migliore del film restano i tormenti del protagonista che non riesce ad andare a rivedere moglie e figlia, una bambina che conosce poco, visto che è partito per il fronte quando era una neonata. I fantasmi del passato fanno capolino lungo le strade di una città violenta e corrotta, povera e marcia, guidata da funzionari privi di scrupoli. Forse alla fine, una volta scoperto l’assassino e i motivi per cui uccideva in modo orribile, Perg sarà pronto a riprendere la sua vita e a rivedere la famiglia. Il regista - in modo opportuno - sfuma l’immagine in dissolvenza nel momento del ritorno a casa del protagonista. Hinterland è un film nero e senza speranza, montato benissimo in 98 minuti essenziali da Oliver Neumann, grazie a una sceneggiatura oliata alla perfezione a cura del regista - che collabora con Robert Buchschwenter e Hanno Pinter -, fotografato in toni plumbei (dal verde al giallo scuro) dal bravo Benedict Neuenfels, accompagnato da una colonna sonora austera confezionata da Kyan Bayani. Se non l’avete visto in prima TV su Rai 5 - il canale digitale che passa i film senza inserti pubblicitari - lo recuperate su Rai Play. Vale davvero la pena, soprattutto per come è girato, il regista si ispira al cinema espressionista tedesco (Il gabinetto del dottor Calligari), gira tutto su green-screen, impaginando fantastiche scenografie digitali con suggestivi sfondi ricostruiti a tavolino. Lo spettatore assiste a un film ambientato in una Vienna claustrofobica e surreale, distorta e metafisica, a nostro parere per far mostrare come un reduce di guerra interpreta la realtà che lo circonda dopo anni di orrori visti in trincea e nei campi di prigionia. Un thriller insolito, una gioia per gli occhi da un punto di vista estetico, senza dimenticare una trama davvero coinvolgente.
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