Lavoro fondamentale nella filmografia poliziesca di Winner
Film on the road girato tra New York, Los Angeles e il deserto del Mojave in California
L’assassino di pietra (Usa, Italia 1973)
Regia: Michael Winner. Soggetto: John Edmund Gardner (romanzo A Complete State of Death). Sceneggiatura: Gerald Wilson. Fotografia: Richard Moore. Montaggio: Frederick Wilson. Effetti Speciali: Paul Stewart. Musiche: Roy Budd. Scenografia: Ward Preston, Norman Rockett. Costumi: Seth Banks. Trucco: Phil Rhodes. Produttore: Michael Winner. Produttore Esecutivo: Dino De Laurentiis. Case di Produzione: De Laurentiis International, Rizzoli Film, Columbia Pictures. Distribuzione (Italia): Columbia Pictures. Titolo Originale: The Stone Killer. Lingua Originale: Inglese, Italiana. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, Italia. Anno di produzione: 1973. Durata: 99’. Genere: Azione, Poliziesco, Thriller. Interpreti: Charles Bronson (Lou Torrey), Martin Balsam (Al Vescari), Jack Colvin (Jumper), Paul Koslo (Langley), Norman Fell (Les Daniels), David Sheiner (Guido Lorenz), Stuart Margolin (Lawrence), Ralph Waite (Mathews), Alfred Ryder (Tony Champion), Walter Burke (J D), Kelly Miles (Geraldine Wexton), Eddie Firestone (Armitage), Charles Tyner (psichiatra della polizia), Lisabeth Hush (Helen), Frank Campanella (Calabriese), John Ritter (Hart), Mary Cross (cameriera), Harry Basch (Mossman), Tom Falk (sergente), Jan Arvan (Bartolomeo Vecchietti), Barry Cahill (Steinholtz), Ed Madsen (detective di New York), Arthur French (detective di New York), William J, Daprato (Moreci), Hunter von Leer (Graham), Larry J. Blake (commissario di polizia).
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The Stone Killer (titolo originale) è uno dei lavori fondamentali nella filmografia poliziesca del britannico Winner (1935 - 2013) con protagonista un imperturbabile Charles Bronson nei panni del poliziotto violento e deciso che contrasta (senza badare ai metodi) mafia e criminalità comune con lo stesso vigore. Un anno prima de Il giustiziere della notte (che avrà diversi sequel), sempre con Bronson, delinea la poetica pulp di Winner, un cinema fuori dagli schemi che miscela azione con elementi politici e critica al sistema, sia la contrarietà alla guerra del Vietnam, come la stigmatizzazione della droga, l’ironia sui movimenti hippie e la cultura underground. I film più importanti di Winner sono di produzione statunitense - come questo lavoro in parte italiano - che vede protagonista un rude poliziotto trasferito per punizione in California e coinvolto in una disfida mafiosa. La sceneggiatura è di Gerlad Wilson, basata sul romanzo A Complete State of Death di John Edmund Gardner. Il boss Vescari vuol vendicare l’uccisione dei familiari avvenuta nel 1931, per far questo si avvale di un piccolo esercito personale composto da reduci della guerra del Vietnam, uomini senza scrupoli e disposti a tutto. Ecco spiegato il titolo The Stone Killer (assassino di pietra) che in gergo indica un killer usato dalla mafia per compiere un delitto ma non collegato direttamente all’organizzazione. In questo caso gli assassini di pietra sono ingaggiati per eseguire una vera e propria strage di capi mafia italiani ed ebrei. Charles Bronson è il tenente Louy Torrey, dai metodi brutali, chiamato a contrastare il tentativo criminoso, che intuisce tutto partendo dall’omicidio di un vecchio killer mafioso. Michael Winner dirige e produce il film, avvalendosi della collaborazione produttiva di Dino De Laurentiis, Columbia Pictures e Rizzoli Film. Un film on the road girato tra New York, Los Angeles e il deserto del Mojave in California, oltre alla suggestiva location del Laurel Canyon a Hollywood Hills. Sono strabilianti tutte le scene di pura azione, girate con mezzi artigianali da un vero maestro, soprattutto gli inseguimenti tra auto e moto con scontri, irruzioni in negozi, vetrate infante, spettacolari incidenti stradali e spericolati sorpassi. La fotografia di Richard Moore è luminosa, il montaggio di Frederick Wilson concitato e senza tempi morti (99’ minuti essenziali), le musiche di Roy Budd accompagnano a dovere una pellicola che cattura l’attenzione dello spettatore. Effetti speciali di Paul Stewart (per i tempi) mozzafiato. Distribuito in tutto il mondo. Un successo di pubblico dalla Danimarca all’Italia, per tacer degli Stati Uniti. Vietato ai minori per gli eccessi di brutale violenza, stigmatizzati da recensori anni Settanta (Morandini). L’assassino di pietra - rivisto su Iris dopo cinquant’anni dalla sua uscita al cinema - risulta ancora godibile e pare non risentire del tempo passato. Da riscoprire.
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