Buon horror, un film da vedere
Il regista conduce la storia con un uso perfetto della soggettiva
Weapons (Usa 2025)
Regia: Zach Cregger. Fotografia: Larkin Seiple. Soggetto e Sceneggiatura: Zach Cregger. Montaggio: Joe Murphy. Effetti Speciali: Wayne Rowe. Musiche: Ryan Holladay, Hays Holladay, Zach Cregger. Scenografia: Tom Hammock. Costumi: Trish Summerville. Produttori: Zach Cregger, Roy Lee, Jordan David, David Lifshitz, Raphael Margules, Miri Yoon. Case di Produzione: New Line Cinema, Suconscious, Vertigo Entertainment, BoulderLight Pictures. Distribuzione (Italia): Warner Bros Pictures. Lingua Originale: Inglese. Paese di Produzione: Stati Uniti d’America, 2025. Durata: 128’. Genere: Horror. Interpreti: Julia Garner (Justine Gandy), Josh Brolin (Archer Graff), Cary Christopher (Alex Lilly), Benedict Wong (preside Marcus Miller), Alden Ehrenreich (agente Paul Morgan), Austin Abrams (James), Amy Madigan (prozia Gladys), Toby Huss (capitano Ed Locke), June Diane Raphael (Donna Locke-Morgan), Whitmer Thomas (padre di Alex), Callie Schuttera (madre di Alex), Justin Long (Gary, padre di Bailey), Sara Paxton (Erica, madre di Bailey), Clayton Farris (Terry), Luke Speakman (Matthew Graff).
Zach Cregger non è un regista horror di lunga esperienza, il suo lavoro è soprattutto televisivo, si ricorda per Barbarians (2022) e per alcune apparizioni nel genere comico anche come attore. Weapons (letteralmente Armi) comincia benissimo, sembra un film horror crudo e senza speranza, ambientato a Maybrook, cittadina della Pennsylvania, dove un brutto giorno scompaiono 17 bambini che frequentato la stessa classe della scuola elementare e ne resta soltanto uno con la sua maestra. La voce fuori campo di un bambino accompagna lo spettatore che si lascia affascinare dalle ricostruzioni in soggettiva dei singoli protagonisti della vicenda. Conosciamo la maestra Justine (Garner), per niente affidabile, personaggio negativo come pochi, allontanata da una precedente scuola per motivi morali, alcolizzata, che passa le giornate con un poliziotto che tradisce la moglie, in ogni caso intenzionata a conoscere la verità sulla questione. Vediamo il poliziotto amante della maestra che conduce la sua indagine, un tossico che scopre la verità ma gli serve a poco, un genitore che porta avanti indagini serrate, infine il direttore della scuola, preoccupatissimo per la situazione che si è venuta a creare. Tutto il primo tempo vive un crescendo di tensione, reso ancora più cupo e inquietante da due azzeccate parti oniriche, la prima della maestra che sogna di trovarsi in una scuola con i suoi bambini addormentati, la seconda di Archer Graff (Brolin), che vede nel sogno il rifugio del bambino e piange sul suo capezzale ma finisce terrorizzato da una presenza maligna. Il regista conduce la storia con un uso perfetto della soggettiva e del flashback, inserisce molti carrelli e primi piani, dipana la trama con grande gusto della suspense e ambienta le sequenze in claustrofobici interni. Non mancano inseguimenti spettacolari da cinema poliziesco come non sono da meno alcune parti splatter e gore piuttosto riuscite. Peccato che il film nel secondo tempo non mantenga tutto quello che di buono mostra nella prima parte, perché non appena entra in scena la strega - la prozia Glady (Madigan) - tutto diventa più ordinario, fino a scadere in alcune sequenze intrise di comicità involontaria. Tutto il secondo tempo si trasforma in un horror grottesco con protagonista una strega che ha rapito i bambini per sopravvivere e che grazie ai suoi poteri obbliga le persone a correre come degli ossessi verso un obiettivo da distruggere. Vi lascio immaginare cosa viene fuori da queste scene che vedono personaggi correre e gridare come indemoniati per ammazzare la vittima designata. Il trucco con cui viene resa l’immagine della strega è pesante, direi quasi eccessivo, sembra di vedere una mezza svampita uscita da un circo equestre, anche se resta una vecchia perfida. Tecnica di regia compiuta, montaggio sincopato (nonostante 128 minuti di pellicola non siano pochi da gestire), fotografia scura, colonna sonora angosciante, tutto molto buono, anche la tensione, peccato per la svolta leggermente trash del secondo tempo che culmina con un finale imbarazzante e sconvolgente che non rivelo. Il regista è coinvolto in toto come autore, scrive il film, partecipa al montaggio e alla colonna sonora, infine produce la pellicola. Weapons è un buon horror, un film da vedere, che se avesse mantenuto le premesse dei primi 60 minuti avrebbe potuto essere un piccolo capolavoro.
A cura di Gordiano Lupi
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