Weird 4

Con il quarto numero di Weird, la rivista si conferma una delle pubblicazioni più significative per gli appassionati di narrativa fantastica e weird, grazie a un perfetto equilibrio tra scoperte letterarie, omaggi ai grandi maestri del passato e spazio per le nuove voci italiane del genere.

Il racconto di apertura è un vero e proprio evento editoriale: Gibbet Hill. La Collina degli Impiccati, un’opera perduta di Bram Stoker, scoperta solo recentemente e pubblicata in anteprima mondiale sulle pagine di questa rivista. La traduzione di Emilio Patavini riesce a catturare la potenza evocativa della scrittura di Stoker, restituendo intatta l’atmosfera inquietante e stratificata del racconto. Ambientato su una collina carica di storia e leggende macabre, il racconto esplora il sottile confine tra realtà e immaginazione, bellezza e crudeltà, attraverso la vicenda di un narratore che, incontrando tre misteriosi bambini, precipita in un incubo dai toni folk horror. L’abilità di Stoker nel fondere descrizioni naturalistiche quasi liriche con una tensione psicologica crescente e un finale disturbante rende questa storia una gemma imperdibile, degna di essere annoverata tra le migliori opere brevi dell’autore di Dracula.

Ma Weird 4 non si esaurisce certo qui. Il numero offre un ampio ventaglio di racconti, ciascuno capace di lasciare un segno per stile, tematiche o atmosfera. Tra i contributi internazionali, spicca Gli Occhi di Lina di Clemente Palma, un racconto che mescola ossessione e macabro con una raffinatezza degna di Edgar Allan Poe, mentre Jane de La Vaudère firma l’inquietante Lussuria Rossa, un’opera decadente e intrisa di sensualità che si inserisce perfettamente nel solco del weird francese della Belle Époque. Non è da meno La Palude delle Tre Streghe di Sabine Baring-Gould, che con il suo approccio folk horror conferma il talento visionario del “sacerdote dei licantropi”. Chiude questa rassegna di autori storici il racconto La Stanza della Vecchia Signora di John Vernon Shea, una ghost story che dimostra perché l’autore fu amico e sodale di Lovecraft.

Il numero si arricchisce ulteriormente con i contributi di autori italiani, che si distinguono per originalità e qualità narrativa. Pozzi di Paco Silvestri si rivela un vero gioiello della moderna narrativa lovecraftiana, capace di evocare atmosfere di profonda angoscia cosmica e di competere con i nomi più illustri dell’antologia. L’Abitatore del Bosco di Maurizio Bianciotto, invece, unisce la tradizione mannara a un’ambientazione storica ricca di dettagli, dando vita a una storia che unisce folklore e introspezione.

Non solo racconti, però: come sempre, Weird include preziosi approfondimenti. Le schede biografiche e critiche degli autori offrono una prospettiva unica sul contesto culturale e storico delle opere presentate, arricchendo l’esperienza del lettore e trasformando ogni numero in una vera guida al genere.

Weird 4 è una pubblicazione che non delude le aspettative. Se il racconto perduto di Stoker rappresenta il culmine per importanza storica e qualità letteraria, l’intera selezione di racconti è curata con tale attenzione e varietà da soddisfare sia il lettore appassionato che lo studioso del genere. Una vera festa per chi ama esplorare i confini tra realtà e immaginazione, alla scoperta del lato più oscuro e affascinante della narrativa fantastica.

Weird 4
Autori vari
Editore: Dagon Press
Codice ISBN: 9798344459264
Pag. 166
Prezzo: 12,90 €

A cura di Cesare Buttaboni


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Alieni cattivi di Autori Vari

[…]«Più in basso. Lì dovrebbe trovarsi il cuore.»
La lama tremula affondò nella carne aliena, accolta da un sbordo di liquame verdastro. L’essere si lasciò sfuggire un gemito, era il primo verso che emetteva. Orazio trasalì. Si trattava di un lamento di dolore?[…]

Alieni Cattivi è un’antologia di venti storie nere pubblicata da Scheletri Ebook di Alessandro Balestra (che firma anche tutte le vignette e la copertina dell’opera).

Il tema appunto è Alieni cattivi, difatti troverete tutte opere legate a modo loro alla tematica principale. Questa antologia raccoglie il meglio delle novelle che hanno partecipato alla 12esima edizione del Premio Scheletri: 20 storie di alieni made in italy e ogni singolo racconto, per citare dalla prefazione: cattivo a modo suo.

Adesso passiamo ai racconti:

Silenzio Cosmico di Riccardo Rossi ci trasporta nella suggestiva cornice di Roma. La storia segue Irene, una scienziata alle prese con un progetto ambizioso: svelare i misteri della materia oscura. L’atmosfera è densa di echi lovecraftiani, con riferimenti sottili ma potenti ai Mito di Cthulhu, che si intrecciano con la ricerca scientifica. L’autore dimostra una grande maestria nel creare un’atmosfera inquietante e affascinante, senza mai svelare esplicitamente i suoi riferimenti letterari. Questo rende la lettura un’esperienza coinvolgente e stimolante, sia per i lettori appassionati del Sognatore di Providence che per coloro che sono alla scoperta di nuovi mondi. Questo è il racconto vincitore di questa edizione, chapeau.

I buoni affari di Andrea Dado narra la storia di un giovane truffatore che tenta di raggirare un’anziana signora. Quando scopre di aver fallito, non per una sua leggerezza ma perché non era lui il predatore di questa storia. Lo stile di Dado, semplice e lineare, conduce il lettore dritto al cuore della vicenda, suscitando un profondo senso di inquietudine senza ricorrere a descrizioni cruente. Il finale, in particolare, è in perfetta sintonia con le riflessioni che ciascuno di noi potrebbe fare di fronte a simili situazioni.

La forma della nebbia di Sara Ronco crea un’atmosfera progressivamente angosciante. La narrazione in prima persona immerge il lettore nei pensieri del protagonista, accentuando il contrasto tra la sua personalità di “fighetto” e la durezza del gruppo con cui si accompagna. La descrizione dettagliata dei luoghi e delle condizioni fisiche (come la nebbia opprimente e il gelo) enfatizza un senso di decadenza, che culmina in scene di violenza e orrore psicologico. L’uso di un linguaggio colloquiale e ironico rende credibili i personaggi e mantiene un buon ritmo, spostando il testo dal tono di un racconto di avventura a un incubo viscerale.

Sicut in Caelo di Cassandra Usher (pseudonimo) immerge il lettore in un’atmosfera sacrale e fin dal principio si percepisce qualcosa che non va.  Ambientato in un antico monastero italiano dove il soprannaturale e l’insolito si mescolano a rituali religiosi ambigui. Il racconto costruisce una tensione crescente attraverso descrizioni e sottili accenni a un culto oscuro, con personaggi apparentemente innocui che rivelano lentamente un lato sinistro. Lo stile di Usher è evocativo e ben calibrato, creando un’ambientazione che cattura e tiene il lettore con il fiato sospeso fino alla fine.

I Sostituti di Ramsis D. Bentivoglio è un racconto che esplora il tema dell’alienazione e della paranoia con elementi horror e di critica sociale. La narrazione segue Roberto, dall’infanzia all’età adulta, tormentato dalla convinzione che alcuni individui siano sostituti disumani tra gli umani. Questo sospetto, alimentato da incontri inquietanti, segna un percorso discendente che conduce il protagonista all’isolamento, all’autodistruzione e alla disperazione. Il testo è efficace nel tratteggiare un crescendo di tensione psicologica e riflette un senso di allarme e disillusione, mentre Roberto si scontra con l’incomprensione degli altri e la lotta per la propria sanità.

Un Posto Sbagliato di Max Cromaz è un thriller avvincente e inquietante, che si muove tra l’azione militare e il soprannaturale. La storia segue il maggiore Valeria Rea e la sua squadra delle forze speciali, inviati a investigare su un’anomalia satellitare. La missione, che si svolge in un casale isolato vicino a Volterra, rapidamente sfocia in orrore quando il gruppo si imbatte in dettagli agghiaccianti e macabri, rivelando che nulla è come sembra. Lo stile è incisivo e ritmato, capace di creare suspense e senso di pericolo con descrizioni vivide e dettagli disturbanti, ideali per gli amanti del genere horror-militare.

CATÌVO di Daniele Treu è un racconto che mescola abilmente elementi grotteschi e surreali con un vivido ritratto della cultura rurale veneta. La storia si apre su un quadro familiare e tradizionale, legato ai pranzi dominicali e ai riti culinari della signora Elga, per poi sfociare in un’atmosfera orrorifica quando il vedovo Egidio, sconvolto dal lutto, scambia una misteriosa creatura ibrida per un dono postumo della moglie. La narrazione scava nel legame tra il cibo e le radici culturali, arricchendosi di una tensione che culmina in un finale a metà tra il disgusto e la tenerezza, dove persino un brodo diventa l’ultimo segno di amore e di appartenenza.

Quello che bisogna fare di Tommaso Colussi è un racconto intrigante che esplora il confine tra realtà e follia. Il protagonista, il signor Guerini, è convinto che la sua anziana moglie sia stata sostituita da un’entità aliena, e Colussi sviluppa questa paranoia con una scrittura che mescola tensione e melanconia. La narrazione si alterna tra la prospettiva di Guerini e quella dell’ispettore Beretta, offrendo un contrasto tra l’angoscia privata e il distacco razionale della polizia. La storia riflette sull’isolamento e sulla fragilità della mente umana, e il ritmo crescente delle azioni culmina in un finale forte e drammatico.

Maledetta Felicità di Alessandro Marinelli inizia come il racconto di una vita perfetta e colma di piaceri estetici, sportivi e artistici, portata avanti da un protagonista benestante. La scrittura, scorrevole e ricca di dettagli, delinea un’esistenza ordinata, ritualistica, scandita da attività come la corsa, la pittura, e il ballo, che danno l’illusione di una felicità completa. Tuttavia, la narrazione prende una svolta perturbante quando entra in gioco un elemento fantascientifico e grottesco, rivelando un retroscena oscuro in cui il protagonista è in realtà vittima inconsapevole di esseri alieni. Questi alieni, mascherati da persone a lui vicine, lo manipolano per estrarre le sue endorfine, usate per nutrire i loro cuccioli. L’opera riesce così a trasformare un racconto di perfezione quotidiana in un incubo surreale, con un forte contrasto tra apparenza e orrore sotterraneo. La critica implicita alla ricerca esasperata della felicità e al narcisismo viene amplificata dal colpo di scena finale, che ribalta completamente il significato del titolo, rendendolo quasi ironico.

I Nuovi Vicini di L. Filippo Santaniello è un racconto che mescola abilmente tensione psicologica e terrore in un contesto domestico apparentemente tranquillo. Il testo parte da una serata normale tra amici per poi trasformarsi gradualmente in un incubo claustrofobico, in cui piccoli dettagli inquietanti aumentano la suspense e l’angoscia. L’arrivo della misteriosa babysitter Carlotta e la presenza di un bambino peculiare trasformano la situazione in un crescendo di paura. Lo stile scorrevole cattura il lettore e lo trascina in un’atmosfera di costante tensione, fino al finale enigmatico e angosciante.

Gli anticorpi del cosmo di Demis Zampelli si distingue per una narrazione vivida che affonda nel soprannaturale con dettagli bizzarri e una tensione crescente. Il protagonista, fin da bambino, esperisce visioni macabre che diventano presagi; da adulto, vive un ritorno di questi episodi, culminando in un’invasione aliena. L’abilità di Zampelli nel mescolare elementi della vita quotidiana con visioni disturbanti e oscure contribuisce a creare un’atmosfera claustrofobica, mentre il ritmo serrato del racconto e l’incalzare di eventi catastrofici rendono la lettura avvincente e suggestiva per chi ama l’horror e il mistero cosmico

Desideri Sbagliati di Luca Girolfi cattura la realtà adolescenziale con uno sguardo autentico e crudo, raccontando le esperienze di Beniamino, un ragazzo di dodici anni alle prese con il desiderio di crescere e con il dolore per la perdita della madre. La narrazione, leggera e ironica, si alterna a momenti di malinconia e dolcezza, evidenziando la complessità dei sentimenti giovanili. Il linguaggio è diretto e vivace, immerso in un contesto montano che dona una cornice quasi onirica alla ricerca dell’ignoto e dell’impossibile, rappresentato dall’avvistamento misterioso.

21/5/2024. INVASIONE? di Roberto Risso offre una visione cupa e straniante di un’invasione aliena descritta attraverso la voce personale di un sopravvissuto. La narrazione, intensa e quasi cronachistica, segue le tappe di una distruzione lenta ma totale dell’umanità, scandita da fasi ben definite e caratterizzata da un uso dei media da parte degli invasori per dominare psicologicamente i terrestri. La prospettiva è opprimente e riporta le riflessioni intime dell’autore, mescolando paura, incredulità e un oscuro senso di soddisfazione nel caos. Lo stile è particolare, costruendo un senso di alienazione e impotenza che rende la lettura disturbante e ben impressa.

“Io sono in me, la paura è fuori di me” di Adelaide Rossi è un thriller avvincente che immerge il lettore in un’atmosfera peculiare. La protagonista, Floriana D’Amico, è una giornalista determinata che si trova a indagare su una serie di suicidi e presunti abusi nell’istituto psichiatrico San Bartolomeo. La narrazione evoca un senso di angoscia crescente, enfatizzato da svariati piccoli dettagli.

Uncanny Valley di Giacomo Mininni ci trascina immediatamente in un’atmosfera disturbante, dove il familiare diventa improvvisamente alieno. La storia si apre con Ray, protagonista confuso e malridotto, che si sveglia accanto a una figura familiare, sua nonna. Tuttavia, la nonna sembra alterata, quasi una parodia di sé stessa, con atteggiamenti rigidi e una strana immobilità. Il testo sfrutta con maestria il progressivo degrado della realtà percepita da Ray. Il crescendo di tensione culmina in una sensazione di claustrofobia emotiva, lasciando il lettore a riflettere sul confine tra umano e artificiale.

Vestiti Nuovi di Davide Camparsi è un racconto che unisce una forte tensione psicologica con elementi di sci-fi e body horror. Ambientato in una situazione di campeggio spensierato tra giovani amici, il testo sfrutta l’ambientazione montana isolata e una costruzione narrativa dettagliata per creare una progressiva atmosfera di terrore. L’autore descrive con precisione il deteriorarsi delle dinamiche tra i personaggi, come se un male estraneo e sinistro si stesse insinuando tra loro. Lo stile è immersivo e fortemente visuale, avvicinando il lettore a una situazione estrema di paura e perdita di controllo, con scene violente che evocano un crescendo di orrore cosmico.

Lui di Michele Nanni è un racconto intenso e inquietante che mescola romanticismo e suspense con una psicologia dei personaggi ricca di ambiguità e tormento. Il testo ci porta nella mente di Giulia, giovane donna in fuga, sospesa tra il desiderio di libertà e il peso di un passato oppressivo incarnato dalla figura della madre. La relazione con “Lui” è magnetica ma sinistra, intrisa di una dipendenza tanto emotiva quanto fisica. Il tono onirico e angoscioso crea un’atmosfera interessante, arricchita da una prosa ricca, che trascina il lettore nella discesa vertiginosa di Giulia verso il pericolo e la vulnerabilità.

Tesi di Laurea di Giuliano Cannoletta combina elementi di fantascienza in un contesto accademico, creando una narrazione vivida e allarmante. Il protagonista, Orazio Schivi, è trascinato con i suoi compagni in un esperimento eticamente discutibile e al limite del terrore, condotto dal bizzarro professor Teodoro Marrocci. La tensione cresce rapidamente quando il gruppo si ritrova davanti a un essere alieno, vittima dell’eccentricità e dell’ambizione scientifica del professore. Con un tono cupo e descrizioni forti, il testo esplora il confine tra curiosità scientifica e crudeltà, coinvolgendo il lettore e spingendolo a interrogarsi sui limiti della ricerca.

Nel Profondo di Andy dei Fiori è un racconto che esplora la discesa di un giovane uomo, Francesco, in un incubo di sofferenza fisica e psicologica dopo una vacanza apparentemente innocua al lago di Bolsena. La narrazione inizia in modo leggero, quasi spensierato, ma presto si trasforma in un’esperienza disturbante mentre Francesco sviluppa strani sintomi fisici e un crescente disagio. Il racconto si inserisce efficacemente nel genere del body horror, con un sottotesto che parla di fragilità e di angosce universali legate alla malattia e alla perdita di controllo sul proprio corpo.

La Casa sull’Argine di Rossella Romano è un racconto suggestivo e inquietante che mescola elementi di fantascienza e horror in un’ambientazione rurale italiana. L’autrice introduce una Creatura ancestrale che, dopo millenni di sonno, viene risvegliata da un’alluvione, trovandosi nella misteriosa “casa della strega.” Attraverso le avventure di due giovani amici, Davide e Tommaso, Romano esplora l’attrazione morbosa verso il pericolo e il fascino dell’ignoto che attrae i ragazzi verso la vecchia dimora. L’atmosfera è ben costruita e la narrazione riesce a instillare un senso di minaccia incombente che accompagna il lettore fino alla fine.

Se siete arrivati fino alla fine di questa recensione, concludo affermando quanto avevo già detto in una precedente recensioneLunga vita alle raccolte di racconti brevi.

Alieni Cattivi
Autore: AA.VV.
Editore: Scheletri Ebook
Pagine: 202
ASIN: ‎ B0DJJTHTJ2
Costo: 2,99 € Ebook; 9.90 € cartaceo

A cura di Flavio Deri


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Darkest Matter concorso di fantascienza a sfondo horror

La Redazione GHoST segnala Darkest Matter, il concorso di fantascienza a sfondo horror indetto da Nero Press Edizioni.

Di seguito la presentazione della casa editrice:

Negli ultimi tempi si è parlato molto della fantascienza italiana e di come, secondo alcuni, stia vivendo una fase di crisi. Una crisi non nuova nel mercato editoriale, ma che torna ciclicamente a infiammare il dibattito sullo stato di salute di questo genere letterario nel nostro Paese.

Il confronto si è riacceso di recente e l’occasione che ha riportato l’argomento in auge è stato l’annuncio, dato durante uno degli eventi di Stranimondi – la fiera del libro fantastico che si tiene annualmente a Milano – secondo cui Mondadori non pubblicherà più romanzi di autori italiani nella sua collana di fantascienza Urania a eccezione dei vincitori dell’omonimo premio.

La notizia ha smosso cuori e menti di molti autori e appassionati del genere e tra video su youtube, articoli sui blog e discussioni social, non si è parlato d’altro.

Da parte nostra, siamo convinti che la crisi riguardi la commerciabilità della fantascienza, il trattamento che i grandi marchi riservano a un genere ritenuto – non a torto – di nicchia e quindi poco fruibile dal grande pubblico. Quello di cui non si tiene conto, almeno secondo noi, è che ogni nicchia è un bacino di utenza da coltivare con cura se si vuole che il terreno su cui si trova diventi verde e rigoglioso.

E la fantascienza italiana può esserlo, perché di lettori del genere e di case editrici che pubblicano libri sci-fi scritti da autori nostrani ve ne sono, eccome! Stranimondi stessa, ad esempio, dimostra ogni anno di essere un’occasione importante per scoprirne sempre di nuovi.

Forti di questa convinzione, di recente noi di Nero Press Edizioni abbiamo aperto il catalogo alla fantascienza con il romanzo cyberpunk Terraluna, di Daniele Picciuti, in modo che facesse da apripista ad altri titoli. Infatti abbiamo stabilito di aggiungere la “dark sci-fi” ai generi di riferimento nella nostra finestra di valutazione, la Black Window, in programma nei prossimi mesi. In attesa della Black Window 2025, però, abbiamo deciso di dare una risposta più immediata al “flame” delle ultime settimane, rinvigorendo la fantascienza made in Italy a modo nostro.

Siamo perciò lieti di annunciare l’apertura di un bando per racconti di fantascienza a sfondo horror – che è un po’ il nostro tratto distintivo – denominato Darkest Matter, che andrà a comporre l’omonima antologia. L’obiettivo è la pubblicazione della raccolta nella seconda metà del 2025 e, chissà, magari la presentazione proprio al prossimo Stranimondi.

Per tutte le specifiche vi rimandiamo al regolamento che trovate alla pagina dedicata a questo link. Aggiungiamo soltanto che la scadenza per l’invio degli scritti è il 31 marzo 2025.

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Tornano i Monolite con l’EP Verbo

Verbo è il nuovo EP della band alternative rock romana composta da Vincenzo Storm Gianluca Riccio, che ritornano con un nuovo e ambizioso progetto musicale.
Successivamente all’uscita dei singoli precedenti Pezzo Pop, Marta Fragile, la band conferma la propria posizione nella scena del rock alternativo italiano. L’uscita dell’EP è accompagnata in radio dal nuovo singolo Qualcosa cambierà,  un brano rappresentativo della volontà narrativo/musicale dei Monolite: la resilienza e la speranza in un futuro migliore.  
Nell’intero EP riff potenti e monolitici, accompagnati da sezione ritmica precisa e potente, aprono i brani e si alternano ad aperture melodiche per tutta la loro durata. Notevole l’uso dei cori. Il suono ricorda quello dei vecchi Timoria anni 90 ma anche dei più recenti Il teatro degli orrori Linea 77 in una versione certamente meno aspra e più melodica. Ma l’ascolto ci ha ricordato persino vecchi nomi della scena punk italiana degli ottanta, come i famosi Kina e Negazione. Certo: qui il suono è ripulito, ma avverto qualcosa di quella attitudine e di quello spirito. I testi non sono rabbiosi: invitano però alla resilienza.
La voce di Vincenzo Storm è chiara e forte e ci trasmette precisamente le emozioni che i Monolite vogliono dare a chi ascolta le loro canzoni.
I testi semplici, anche se non banali, non possono essere definiti esattamente lirici ma sono comunque ottimi testi per canzoni.
Monolite cantano di sentimenti, d’amore e di consapevolezza esistenziale e sociale: l’amore per una donna, l’imparmenza delle esperienze umane; parlano di come sia possibile, nonostante tutto, amare pure in una situazione di precarietà sociale ed esistenziale e come l’amore sia uno strumento per affrontare tale precarietà.
Questi ragazzi non si arrendono alla dittatura del reale e conservano la capacità di sognare un mondo nuovo di cui l’unica cosa che sanno è che lo vogliono diverso da quello attuale.

In Qualcosa cambierà la speranza è espressa su base sonora hard rock e attraverso i momenti melodici di tenerezza in cui il protagonista della canzone si rivolge a una ipotetica ragazza. La speranza del cambiamento sociale si coniuga perfettamente con l’espressione dell’amore per la propria donna. Cantano infatti i Monoilite: “Tra queste macerie ti cullerò”.
Fragile narra l’imparmenenza della vita al ritmo del rock duro. La fragilità delle esperienze soggette al trascorrere del tempo, i sentimenti che subiscono le modifiche del passare inesorabile dei giorni.
Marta è l’unica canzone di questo album in cui si esplicita il nome della donna cui ci si rivolge. Una storia di amore forse immaginaria che i Monolite vorrebbero vivere: forse una ragazza avvistata tra il fumo delle sigarette e l’odore di alcol di un bar o attraverso il rumore del traffico autostradale. Qui la donna e il desiderio trascendono la sfera erotico-amorosa per diventare occasione di consolazione da una società davvero brutta. Un finale ottimista.

In Pezzo pop i Monolite raccontano il loro rapporto con la creatività che non è solo la composizione di un effimero brano musicale, sospesi tra la voglia di vendere la propria musica (quale artista non vuole arrivare comunque a un pubblico ampio) declinandola in chiave pop e il bisogno di esprimersi con attitudine e sonorità hard rock.
Respira, ultimo brano, degna conclusione, invita letteralmente a compiere l’essenziale attività vitale. Qui, sicuramente il brano dalla struttura più articolata dell’EP, ascoltiamo tre livelli sonoro/testuali: il lato hard nei momenti di consapevolezza dell’instabilità del reale e la vanità delle attività umane, parti musicali anche melodiche sostenute però da base ritmica dura, e infine l’apertura melodica sostenuta dai cori, che ritroviamo anche negli altri brani.
Quindi un album rock dal suono fresco. Testi che rifiutano il nichilismo e alimentano sempre e comunque la speranza. Niente di particolarmente originale ma sicuramente del buon rock italiano. E di questi tempi non è semplice: ci vuole coraggio oltre all’abilità strumentale e la voce che sono ineccepibili.
I Monolite sono: Vincenzo Storm e Gianluca Riccio
Hanno partecipato alla realizzazione dell’EP:
Vincenzo Storm – Voce e Chitarra
Gianluca Riccio – Batteria e Cori sul pezzo “Respira”
Alessandro Pellegrini – Basso e Cori sul pezzo “Respira”
 
Verbo è prodotto presso il Natural Head Quarter di Ferrara, prodotto da “Massaga Produzioni” nella figura di Michele Guberti.
Biografia Monolite
Monolite sono Vincenzo Storm Gianluca Riccio, una band alternative rock italiana nata nel 2019 a Roma. Il loro sound è graffiante e granitico. Un marchio di fabbrica che riesce ad incanalare al meglio l’esigenza espressiva della band di manifestare il proprio disagio e la propria inquietudine nei confronti della realtà umana sempre in continuo cambiamento.
A maggio del 2020 esce il primo progetto intitolato Monolite Ep. Questo lavoro consacra ufficialmente l’esistenza della band nella scena underground romana confermando l’appartenenza del gruppo alla scena subculturale collegata.
Nel marzo 2022 iniziano un nuovo percorso creativo presso lo studio Natural Headquarter. L’ affermato centro di produzione di rock alternativo italiano mette le basi su quello che rappresenta il nuovo progetto artistico e musicale della band. Così, a distanza di quasi quattro anni dal proprio esordio, la band annuncia un nuovo EP con l’etichetta indipendente Gallia Music. Il 2 Febbraio 2024 esce il primo singolo Pezzo Pop presentato al Traffic Live di Roma in apertura ai Vintage Violence. Il 19 aprile 2024 esce il secondo singolo intitolato Marta sempre per Gallia Music, seguito da Fragile che anticipa Verbo, il nuovo ep della band in uscita il 15 Novembre e accompagnato dal singolo Qualcosa cambierà.
A cura di Mr. Wolf 




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