Brad Pitt e la guerra degli zombie

Sono in fase di ultimazione le riprese con l'attore Brad Pitt del filmWorld War Z - La guerra mondiale degli zombie, che vedono Malta tra le scenografie prescelte per la realizzazione della pellicola. Diretto da Marc Foster e basato su un libro di Max Brooks, il film vede coinvolte anche molte altre star del calibro di Ed Harris, Matthew Fox, Julia Levy-Boeken, James Badge Dale e Mireille Enos ed è prodotto dalla casa di produzione di Pitt stesso, la Plan B.

Il film ha un budget decisamente più alto rispetto alla media dei film di zombie e racconta il diffondersi di un'epidemia che comincia in uno sperduto paesino della Cina e subito dilaga in tutto il mondo. Gli uomini si trasformano in zombie, creature mostruose che contagiano e fagocitano il pianeta. I sopravvissuti sono pochi e il tutto è raccontato con uno stile documentario basato su prospettive individuali e fonde science-fiction con horror e reportage.

Non è la prima volta che Brad Pitt viene a Malta: nel 2003 ci venne per le riprese di Troyinsieme alla moglie dell’epoca, la bellissima Jennifer Aniston, sullo sfondo delle acque cristalline della Blue Lagoon di Comino e della spiaggia di Golden Bay. Questa volta invece è stato il turno di Valletta, con il suo saliscendi di stradine e il profumo di cultura che sprigiona ogni singola pietra, dove Pitt ha osservato la scenografia della città mentre la gente del posto e i turisti osservavano a loro volta il panorama… con lui protagonista!
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Vampiro indiano nel Madhya Pradesh

Aspirava il sangue della moglie con una siringa, per "acquisire forza" e lo ha fatto tutti i giorni per tre lunghissimi anni, l'episodio è avvenuto nello stato indiano del Madhya Pradesh. L'agricoltore Mahesh è stato denunciato dalla stessa moglie Deepa Ahirwar, decisa dopo l'ennesima tortura giornaliera, a vuotare il sacco. Il marito Mahesh, infatti, non le risparmiava un solo giorno, neanche i periodi di gravidanza; il metodo era sempre lo stesso ha raccontato Deepa alla polizia: "Prendeva una siringa aspirava il sangue dalle mia braccia, ne riempiva un intero bicchiere e se lo beveva. Lo ha fatto per tre anni e mi minacciava di conseguenze terribili se lo avessi rivelato a qualcuno". E le poche volte che lei si è ribellata, ha aggiunto alla sua deposizione, è stata duramente picchiata.

L'iter giudiziario poi ha avuto dell'incredibile, infatti Deepa si è vista rifiutare l'assistenza della polizia, che non sapeva come definire la vicenda, per ben due volte da due diversi commissariati locali. Solo quando i residenti del villaggio di Shikarpura, dove la donna vive, sono intervenuti a sua difesa allora la polizia locale di Hindoriya non si è più potuta tirare indietro classificando il caso come "torture fisiche da parte del coniuge".