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Interiora, Festival Horror Indipendente

Quanti sono i volti della paura? Da questo interrogativo nasce Interiora mostra ciò che hai dentro, il primo festival indipendente in Italia ad offrire una panoramica aggiornata di ogni forma d'arte ispirata all'orrore. Una manifestazione in grande crescita che alla sua seconda edizione può vantare la partecipazione di Roberto Lippolis e Federico Greco ad incontrare il pubblico di Interiora. Ed è proprio il confronto tra artisti affermati ed emergenti che contraddistingue queste tre giornate, determinate ad offrire visibilità ai nuovi creativi del genere. Una porta aperta alle nuove idee con ampi spazi espressivi a disposizione: aperto fino al 20 Maggio il bando per candidarsi al concorso, disponibile sul sito www.interiora.org. Quattro i video finalisti. Tra i filmaker d'eccezione presenti inoltre Alessandro BavariBrian Viveros con pellicole fuori concorso. Grande cura nella selezione degli ospiti internazionali che offriranno, insieme a Robert BauderDan Harding, una raffinata rassegna sull'arte horror contemporanea eccezionalmente accompagnata dalla sezione di videoarte curata dal C.A.R.M.A. Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate. Un festival multidisciplinare dove anche la musica trova la dimensione dell'esperienza collettiva, portando sullo stesso palco influenze in contaminazione. Ospite dj Flush in trasferta da Berlino, l'uomo Killekill dall'inconfondibile dirty, freaky techno spruzzata d'acido. Si alternano ai live set la Cromedrop family (electro, drum'n'bass, techno) con Node3 (underground independent electronics), Buskerdroid vs Microman (8bit, Gameboy ElectroRaw, Gameboy Technopunk) e l'hell-ectro music music di Robert Leoni con horror vjset di Roberto Parisi. A scaldare l'atmosfera i toni pulp di Dj RebelEl Bandido Maldido (blues, r'n'b, horror grooves), Eks (disco-funk) e Killybillies strings band in compagnia di Milky Butterfly burlesque. Una lucida ricerca della paura, che sfida lo spettatore ad affrontare momenti di crescente tensione con giocolieri, lo spettacolo teatrale Orlando's Burlesque, l'arte bondage del Maestro BD e le extreme body performance del gruppo femminile Salem's Hole. Un'esperienza viscerale nell'underground per disorientare ogni certezza.
Interiora è il silenzio che ascolta le vene pulsare, un movimento introflesso che nutre l’irrazionale. E quando la paura alimenta la materia, l’arte è concepita.
Basta estrarre.

INTERIORA - mostra ciò che hai dentro
2, 3 e 4 Giugno Brancaleone
via Levanna 13 (Montesacro), Roma
In collaborazione con: Brancaleone, X Legion e C.A.R.M.A.

a cura di Giulia Pellini

Summer Wars di Mamoru Hosoda

Il giovane Kenji Koiso è un timido studente liceale con un talento fuori dal comune per la matematica. Quando la bella Natsuki Shinohara, la ragazza più popolare della scuola, gli propone, come lavoro estivo, di aiutarla nella preparazione dei festeggiamenti per il novantesimo compleanno di sua nonna, Keiji accetta nonostante una prima incertezza (complice anche la cotta che si è preso da tempo per la compagna). Una volta arrivato nell’imponente residenza Shinohara, Keiji conosce la nonna di Nastuki insieme agli altri strambi suoi parenti e, proprio mentre sta facendo la conoscenza dell’anziana signora, scopre in cosa consiste veramente il suo “lavoro estivo” dopo un’affermazione inequivocabile della sua giovane amica: fingere, cioè, di essere il fidanzato di Natsuki. La notte successiva, ancora scombussolato da tutti questi turbolenti eventi Keiji riceve un SMS misterioso con uno strano codice numerico. Da buon genio della matematica riesce istintivamente a risolverlo, senza sapere però che, così facendo, consente a un potentissimo hacker di irrompere nel sistema informatico di OZ. Dato che moltissime persone e altrettante società e aziende si appoggiano al server per la gestione dei loro dati informatici, tutto il Giappone cade nel caos più assoluto, seguito ben presto da molti altri paesi. La vera catastrofe, però, si profila immediatamente dopo, quando tutti i sistemi GPS satellitari iniziano a saltare uno dopo l’altro, mettendo a serio rischio il funzionamento del pilota automatico di una sonda spaziale giapponese al rientro sulla Terra, che inizia pericolosamente a puntare una centrale nucleare come luogo di atterraggio. Sarà compito di Keiji, con l’aiuto prezioso di tutta la famiglia Shinohara (e in particolare del giovanissimo mago del computer Kazuma) cercare di fermare il malvagio hacker in una battaglia all’ultimo sangue combattuta da tutti in rete.

Miglior film d’animazione al Mainichi Film Concours e ai Japanese Academy Awards nel 2010, Summer Wars è indubbiamente uno dei migliori prodotti nel panorama dell’ animazione giapponese degli ultimi dieci anni. Regia di Mamoru Hosoda, personaggio non proprio noto ai più, che da un suo precedente film sui celebri Digimon (ovvero Our War Game), ma soprattutto dal mitico capostipite statunitense Wargames – Giochi di guerra (Wargames, 1983) ha preso ben più di uno spunto per l’avvincente trama con protagonista il giovane Keiji. Una vicenda entusiasmante, in costante  in equilibrio tra realtà virtuale e realtà “reale”, due dimensioni che, più che accostarsi, non smettono mai di compenetrare durante le quasi due ore di spettacolo. Un’avventura che diventa ovviamente l’ennesima occasione per riflettere sul ruolo della tecnologia nella vita di tutti i giorni, tema da sempre molto caro ai Giapponesi i quali, non poche volte, hanno espresso, attraverso il cinema, un atteggiamento non poco critico a riguardo (Otomo e Oshii su tutti). Una tecnologia che rischia sempre di sfuggire al controllo degli uomini e che in questo film, dato il “campo d’azione” virtuale, diventa ancora più pericolosa proprio a causa della sua inconsistenza. Ma è proprio qui che avviene il corto circuito: una tecnologia inconsistente che però ha effetti molto pesanti nella vita vera (l’apparecchio per monitorare il cuore della nonna; il satellite che rischia di precipitare sulla centrale nucleare; le comunicazioni impazzite). Hosoda riesce a bilanciare tutti gli elementi con maestria, passando dalla commedia, al romanticismo al cyber-poliziesco con disinvoltura ed estrema eleganza. Un finale splendido, pieno di tensione e altamente rischioso per tutti quelli con la lacrima facile.

Giudizio: ottimo.

Di seguito il trailer originale con sottotitoli in italiano:
      

L.A. Zombie, horror scomodo


Diretto dal controverso Bruce LaBruce (scrittore, regista, fotografo e sceneggiatore canadese gay), L.A. Zombie, la sua dodicesima fatica, ha fatto nuovamente discutere tanto che è stato bandito praticamente da tutti i festival australiani con l'accusa di oscenità ed inneggiamento alla necrofilia.
Presentato in concorso al 63° Festival del cinema di Locarno, L.A.
Zombie ha comunque trovato una distribuzione italiana grazie ad Atlantide Entertainment, attraverso un cofanetto comprendente anche Otto; or Up with Dead People ed un libro sulla vita e le opere di LaBruce.

Il film racconta le vicende di un senzatetto schizofrenico e mentalmente disturbato interpretato dalla star del porno gay François Sagat, che pensa di essere uno zombie alieno mandato sulla terra. Egli vaga per le strade di Los Angeles in cerca di cadaveri con l'intento non solo di cibarsene ma di avere anche prestazioni omosessuali con loro e, attraverso questo atto, riesce poi a riportarli in vita.
La produzione del film è iniziata nel 2009, con riprese esterne avvenute a Los Angeles. Una delle scene è stata girata al L.A. River, luogo esatto della famosa scena di gara d'auto nel musical Grease. Il film prende spunto dalla precedente pellicola di LaBruceOtto; or Up with Dead People, sempre incentrato sulla figura dello zombie con scene esplicite di sesso gay.
Il 30 gennaio 2010 il film ha avuto un'anteprima al Peres Project Exhibit di Berlino, come parte dello spettacolo L.A. Zombie: The Movie That Would Not Die. Sono stati mostrati una serie di ritratti serigrafate realizzati da Bruce LaBruce, tratte dal film con protagonista Sagat nei panni di uno zombie.
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