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Gotem e il diabolico viaggio di Nicola Lancia


Un viaggio esemplare, che porterà il protagonista ad una evoluzione spirituale sorprendente. Un viaggio davvero particolare, perché protagonista di questo cammino dantesco che passa in rassegna i principali gironi infernali è proprio il principe del male, Gotem, il figlio di Lucifero, già leggenda prima ancora di nascere perché destinato a liberare il suo popolo e a dannare per sempre la specie umana.
Ma se di Dante in questo libro se ne trovano infiniti rimandi e suggestioni, non si tratta di una ripresa pedissequa degli schemi della commedia. Gli inferi descritti da Nicola Lancia appaiono del tutto originali e pensati per l'educazione del principe del male, accompagnato dai due grandi diabolici Satanna e mefisto.
E' nel percorso del piccolo Gotem che filtra l'eterna lotta tra bene e male, da questo secondo punto di vista c'è spazio per la rabbia e l'odio, ma anche per la tristezza e la gioia, la nostalgia e la pietà e in questo mondo la ferocia è anche degli arcangeli.
Insomma i sentimenti sono gli stessi, e forse il bene e il male sono concetti molto più relativi di quanto non si creda. Forse un grande principe è colui che sa padroneggiarli tutti, superandoli alla scoperta di un destino superiore, rispettando in questo il ruolo che Dio ha voluto assegnargli, nel bene o nel male.

L'autore.Nicola Lancia è nato a Roma il 5 settembre del 1974, Studente in scienze infermieristiche, attualmente vive ad Avezzano (AQ), dove lavora come operatore socio-sanitario presso l'unità operativa di Pronto Soccorso dell'ospedale. Gotem e il diabolico viaggio e la sua prima pubblicazione. 

Io sono una donna fedele di Alberto Carbone

Esiste davvero l’amore eterno? E se il principe azzurro si rivelasse essere in realtà rosa, o addirittura fucsia? Come ci si sente dopo il fatidico “sì”? Un po’ thriller, un po’ rosa e molto comico...
E’ sconsigliata la lettura: prima, durante e dopo il matrimonio.

La storia brillante e ironica di una donna sposata che vive il conflitto interiore tra monogamia e opportunità extraconiugali in un intreccio fatto di colpi di scena, gag e situazioni umoristiche.

Ambientato in un contesto geografico che oscilla tra il centro storico di Genova e la dinamica Barcellona, Io sono una donna fedele è una lettura divertente che al tempo stesso offre interessanti spunti di riflessione.
Una mattina, il marito di Sara Pedretti ha un incidente che mette in serio pericolo le sue capacità copulatorie. Questo evento catapulterà la donna in una realtà a lei estranea, costringendola a districarsi tra omosessuali non convinti, fotoreporter vendicativi, avvocati rampanti e donne gelose. Il tutto condito dai consigli di uno psicoterapeuta amante degli scacchi.
 
Per maggiori informazioni, riferimenti e recensioni: www.narrativa.info
 
SCHEDA LIBRO
Titolo: Io sono una donna fedele
Autore: Alberto Carbone
Codice ISBN: 88-95071-04-02
Formato: 13X21 - 172 pagine
Collana: Tamburi
Anno di pubblicazione: 2007
Editore: Alcyone
Prezzo di copertina: 12,00 Euro 

Il Destinatario di Paolo Virone


E’ una sera come tante altre: la giovane Laura pulisce la cucina, Steven litiga con il suo amico per l’utilizzo dello stereo e fuori non si sente volare una mosca. Ad un certo punto però si sente suonare il campanello della porta d’ingresso: un uomo misterioso ha lasciato sullo zerbino una busta e Laura la apre prontamente per vedere cosa contiene. E’ un DVD, anonimo, senza copertina: la ragazza lo inserisce prontamente nel lettore e parte un filmato allucinante e psichedelico. La giovane viene investita dalla sua potenza e rimane come ipnotizzata. Una volta finito il tremendo spettacolo, si alza in piedi e afferra un coltello...

Il regista Paolo Virone dirige un film tratto da un suo racconto, con la sceneggiatura di Alessio Biagioni. Un lavoro ben strutturato, con un montaggio intelligente e puntuale e una storia che, sebbene non sia un esempio di originalità estrema, ha un ritmo accattivante e piacevole ed esprime sensazioni forti specialmente nella sequenza del simil-esorcismo della protagonista femminile di fronte al video.

Solo alcune note negative:
- la scadente recitazione degli interpreti maschili (Alessia Lombardo è invece talentuosa); l’eccesso di monologhi interiori che rendono banali le situazioni eliminando così la suspance; 
- l’interminabile scena iniziale, con una serie infinita di campi/controcampi e reaction shock a supporto di un dialogo assolutamente superfluo e marginale.
 
Giudizio: Sufficiente.  

a cura di Giorgio Mazzola

Percezione dei mondi sottili


Spesso chi ha la capacità di percepire la presenza di altri livelli vibrazionali non si accorge seduta stante della sua particolarità. La maggior parte delle volte, queste percezioni nascono e si sviluppano con le altre, fin dalla nascita dell’individuo sensibile. Il tutto seguendo leggi naturali, semplicemente. La presenza di queste facoltà viene accentuata nell’età adolescenziale, ma rimane una costante nell’intera vita del suddetto. In questi casi non si hanno alcun tipo di disturbi psichici o comportamentali, vivendo l’integrazione con le diverse realtà come unico esempio di vita vissuta, nella normalità che questo comporta. Lo scontro con la realtà differente di altri individui è forte nella tarda infanzia e nel primo stadio dell’adolescenza. Viene risolta non parlandone, più questo avviene, più i contatti assumono sfumature tenui ed il tutto viene spostato di un piano nella scala emotiva. Questo da la possibilità di mantenere un equilibrio stabile e la socializzazione con altri individui. La mente ha la capacità di dare maggiore o minore importanza ad un fatto a seconda del contesto e della convenienza, ma il nostro inconscio continua la registrazione dei fatti vissuti nella nostra memoria storica, instancabilmente. Per spiegare questo concetto basti pensare ai sottofondi musicali. La sinfonia c’è, se si vuole fare caso ad essa abbiamo la possibilità di apprenderla e riprodurla. Se la nostra attenzione è spostata su altro, non viene nemmeno recepita al momento, ma ci si ritrova a fischiettarla giorni dopo senza ricordarsi in che occasione è stata ascoltata. In entrambi i casi il volume e la sinfonia erano i medesimi. Saper gestire i propri livelli di coscienza è fondamentale per un corretto sviluppo animico, senza forzature. Il naturale equilibrio, fa in modo che più sensi si sviluppino all’unanime, dando vita a personalità ipersensibili, appunto. Persone dotate di grande fermezza, pronte a lottare per i propri ideali, che soffrono terribilmente per le ingiustizie vissute anche non necessariamente in prima persona. Essi conoscono la grande gioia così come la disperazione, ma la maggior parte delle volte le incredibili energie che si muovono con loro non vengono alla luce nella loro interezza, e difficilmente chi gli sta attorno comprende ciò che realmente stanno provando. Un intero universo può svilupparsi in un piccolo corpo. Esempi di persone sensibili si trovano tra i grandi maestri, apparentemente sempre quieti, in alcuni eroi e in alcuni martiri, così come nelle persone all’apparenza più banali. Diversi modi di vivere le stesse emozioni, ma cosa importante, sempre modi corretti. Non esiste un prontuario della sensibilità, e bisogna diffidare da chi spaccia l’abc della crescita animica come fosse una regola matematica. Non esistono regole fisse, ma l’intuito ed il nostro cuore sanno ogni volta ciò che è giusto, ascoltano la nostra anima e la servono amorevolmente. Non esistono situazioni contrarie, sarebbero innaturali. Gli individui sensibili sanno che la vita è la vera maestra, ed essa non chiede nulla. Poniamo l’esempio di mettere nella stessa stanza tre persone ed un’anima non incarnata. Una delle persone non è “sensibile” e non prova alcuna emozione. Le altre due hanno sviluppato delle particolari doti per cui sentono la presenza, ma in modo diverso. Una di loro ha freddo, la pelle d’oca e vede un nastro di luce rossa discendere fino a scomparire sotto il pavimento. L’altra si sente toccare e subito dopo vede una sagoma di luce giallo/verde che lo scruta immobile dall’angolo della parete. Subito si penserebbe a dei ciarlatani. Ma non è così. Nessuno ancora può con certezza spiegare perché questo avvenga. Si possono solo fare delle supposizioni. In base ad alcune personali esperienze ho formulato un’ipotesi basata sui mezzi di comunicazione. Innanzitutto dividiamo in tre grandi gruppi i metodi di comunicazione:
 
- comunicazione materiale;
- comunicazione emotiva;
- comunicazione animica.
 
Il nostro fisico ha sviluppato degli apparati specifici perché la comunicazione immediata avvenga. Per comunicazione immediata intendo ad esempio la parola o la scrittura. Con simboli e vibrazioni diamo una determinata informazione che verrà recepita esattamente come noi abbiamo voluto. Per poter emettere determinate vibrazioni sonore ci affidiamo alle corde vocali e per interpretarle ci affidiamo all’apparato uditivo ed al nostro cervello. La scrittura e la simbologia vengono prodotte usando gli arti ed interpretate dal cervello grazie alla vista.Questi modi di comunicare possono rientrare in un primo grande gruppo, possiamo posizionarlo in basso e chiamarlo “comunicazione materiale”, propria del corpo fisico. Ci permette di comunicare con altri esseri simili a noi. Nel mezzo si trovano i gesti, le espressioni ma anche l’arte. Una comunicazione leggermente più astratta, più interpretabile che è basata sulle emozioni. Per poterla comprendere bisogna aver sviluppato un certo grado di sensibilità, più la nostra capacità di recepire gli sguardi, gli stati d’animo delle persone e degli ambienti circostanti è forte, più il nostro grado di coscienza è centrato. Con essa, non solo si comprendono meglio le persone e ciò che realmente intendono, anche quando usano parole sbagliate, ma si può comunicare ad esempio con gli animali, con i neonati e con le piante. Perché questa comunicazione avvenga bisogna che ai sensi del tatto, dell’udito e della vista si aggiunga anche il corretto utilizzo del corpo emotivo. Uno stesso gesto cambia di significato e di intensità a seconda di quello che il comunicante sta provando e dal grado di sensibilità del ricevente. Questo grande gruppo posizionato nel centro della nostra piramide può essere chiamato “comunicazione emotiva”, propria del corpo emotivo. Nel vertice c’è una comunicazione che si potrebbe definire concettuale, telepatica. Non necessitano parole o gesti. Dentro noi sboccia l’intenzione e il concetto della comunicazione del comunicante, senza necessità di interagire con i propri corpi. Si possono prendere d’esempio le nostre comunicazioni interne. Se vediamo una penna sul tavolo, dentro di noi non abbiamo bisogno di formulare le parole che spieghino cos’è, a cosa serve, come si usa, che sensazione proviamo toccandola, se ci piace oppure no. La nostra memoria comunica tutte queste informazioni alla nostra mente che le comunica al corpo emotivo, e noi abbiamo la conoscenza dell’utilità e della funzionalità dell’oggetto, e possiamo formulare delle proprie impressioni. Tutto questo senza nemmeno una parola ed in modo immediato. Se questa comunicazione viene trasportata su un piano più elevato ecco nascere una comunicazione nuova, concettuale. È una “comunicazione animica” perché è quella che due anime usano per comunicare, non avendo altri mezzi a disposizione. La mente ci aiuta a decifrare ciò che l’anima ha recepito, attraverso suoni, immagini e sensazioni da noi prodotte seguendo determinati stimoli, perché purtroppo non siamo ancora in grado di usare al meglio questo tipo di comunicazione. Riportato alle persone, potrebbe essere la spiegazione del fatto di conoscere profondamente qualcuno che prima non si era mai incontrato o addirittura la magia dell’innamoramento. Questa è il tipo di comunicazione usata dai due sensitivi nell’esempio sopra esposto, ed in questo modo è spiegato il loro diverso metodo di interpretazione. L’anima di entrambi ha captato il messaggio “ciao sono qui, non ho nulla di importante da dirti volevo solo che tu ti accorgessi di me”. Effettivamente entrambi hanno ben interpretato gli impulsi dell’anima, ma usando simboli diversi. 
  
Con questa suddivisione si può notare che più ci dirigiamo al vertice della nostra piramide delle comunicazioni, più la vibrazione usata è leggera e più la capacità di interpretare è difficile. La difficoltà è dovuta ai nostri preconcetti, al materialismo imposto dalla società ed al nostro legame alle basse vibrazioni, proprie dell’uomo moderno. I vari simboli usati dalla nostra mente per farci captare il messaggio sono quelli che ha registrato la nostra memoria storica, questo supporta il fatto che la visione è differente per ogni individuo sensibile. Per chiarire meglio questo concetto prendiamo ora d’esempio la figura a sinistra:
i soggetti adulti vedranno due corpi e nient’altro, 
i bambini di 9 anni delfini e nient’altro, 
a seconda delle immagini registrate nella nostra memoria. 
Eppure l’immagine che stiamo guardando è la medesima.



a cura di Barbara

Speciale Goblin

Nel periodo d’oro degli anni 70/80, quando l’horror e il thriller veniva sostenuto con dignitose e coraggiose produzioni filmiche, compositori italiani come Ennio Morricone, Pino Donaggio, Riz Ortolani  e Fabio Frizzi realizzavano colonne sonore destinate a lasciare il segno. Tra loro circolavano anche gruppi musicali che si sarebbero poi accostati al mondo del cinema attraverso la loro musica.
In Italia, una delle band che meglio ha saputo avvicinare il suo stile musicale con l’ambiente cinematografico è sicuramente quella composta da: Claudio Simonetti, Fabio Pignatelli, Massimo Morante e Agostino Marangolo ovvero i mitici Goblin.
Specializzati in colonne sonore di film perlopiù horror/thriller, i Goblin da quello storico 1975 (Profondo Rosso) in poi grazie alla loro sorprendente maestria e alla fiducia del regista romano Dario Argento realizzarono memorabili colonne sonore che vennero poi ristampate in tutti i paesi del globo.
I Goblin dunque, hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi, un pezzo di storia italiana nel mondo del cinema horror e non: a loro va quindi l’omaggio di questo doveroso speciale.
 
  
LA STORIA DEI GOBLIN
In quegli anni Claudio Simonetti (tastiere, figlio del celebre maestro Enrico), Walter Martino (batteria) e Massimo Giorgi (basso e voce) sono i componenti principali della band Il Ritratto di Dorian Gray. Il trio romano inizialmente è anche affiancato da Luciano Regoli (cantante), Fernando Fera e Roberto Gardin alle chitarre. Il gruppo, nella capitale, ottiene quasi subito una certa popolarità (la formazione è tra le prime a suonare rock sinfonico in Italia), la loro tecnica è assai efficace, ricca di sperimentazioni sonore, e i brani composti sono delle vere e proprie “suitese” di parecchi minuti. Nonostante la loro validità però, il gruppo non riesce a incidere nulla e, dopo alcuni concerti e l’esibizione al Festival di Caracalla (1971), la band si scioglie.
 
1973: OLIVER
Claudio Simonetti, Massimo Morante e Giancarlo Sorbello, partono per Londra dove riescono a fissare un appuntamento con il famoso fonico produttore Eddie Odford per fargli ascoltare alcuni loro pezzi. Odford, impressionato positivamente dai loro demo, decide di produrre l’album non appena terminata la tourneè americana con gli Yes.
Nel frattempo Claudio e Massimo ingaggiano il cantante inglese Clive Haynes, conosciuto nella metropolitana di Londra e, quando rientrano a Roma, includono nel gruppo il bassista Fabio Pignatelli e il batterista Carlo Bordini: gli Oliver sono così definitivamente formati.
La band, dopo alcuni mesi di prove, riparte per Londra in attesa di registrare il fatidico album ma Odford prolunga la tournee degli Yes e così gli Oliver rimangono da soli a Londra facendo alcuni concerti e registrando delle sessions.
Il tempo passa inesorabilmente e il successo sperato per gli Oliver non arriva. Così il gruppo, profondamente deluso, ritorna in Italia lasciando però il cantante Clive in Inghilterra.
 
1973/74: CHERRY FIVE
In quel periodo gli Oliver riescono a far ascoltare i loro brani alla Cinevox (la casa discografica specializzata in colonne sonore) e per buona sorte ottengono così un contratto.
Il cantante Clive Haynes viene sostituito da Tony Tartarini e il nome della band viene cambiato in Cherry Five che riesce finalmente a incidere il primo album (Cherry Five, album omonimo prodotto nel 1974 dalla Cinevox in vinile e dalla Vinyl magic in cd nel 1993, cantato in inglese).
 
1974: GOBLIN
Nei primi anni con la Cinevox Record i Cherry Five hanno dei cambiamenti di formazione. Tony Tartarini e Carlo Bordini escono di scena mentre il nome Goblin viene adottato per questioni commerciali dato che era già uscito il primo album dei Cherry Five e si volle fare una distinzione per non disorientare il pubblico. Nel 1974 la prima formazione dei Goblin è così composta: Claudio Simonetti (tastiere), Walter Martino (batteria), Fabio Pignatelli (basso) e Massimo Morante (chitarra).
 
1975: GOBILN E DARIO ARGENTO
In quegli anni il regista romano Dario Argento sta lavorando al suo nuovo film Profondo Rosso e per la colonna sonora è in cerca di una partitura rock. Il regista incontra i Goblin presso gli uffici della Cinevox e, nell’arco di una sola notte, nasce il tema principale del film che porterà i Goblin al successo mondiale. La colonna sonora di Profondo Rosso, infatti, grazie anche ai memorabili pezzi di Giorgio Gaslini (famoso jazzista e compositore orchestrale) e alla potenzialità della pellicola, ottiene un grandissimo successo vendendo nel mondo più di un milione di copie e viene ristampata praticamente in tutti i paesi del globo.
 
1976/77: ROLLER E SUSPIRIA
Maurizio Guarini (tastiere) e Agostino Marangolo (batteria) entrano nei Goblin nel 1976. Walter Martino, in procinto di entrare nei Libra viene così sostituito da Agostino e il gruppo, con questa nuova formazione, incide Roller, l’album più progressive e secondo molti il capolavoro della band. I bellissimi brani Roller, Snip Snap, Goblin e Dr. Frankenstein vengono utilizzati per il film di George Romero Martin - Wampyr.
Nello stesso anno i Goblin compongono un altro album progressive ovvero la colonna sonora di Perché si uccidono ma per quell’occasione il gruppo si fa chiamare Reale Impero Britannico.
La perfetta sintonia tra i Goblin e il regista Dario Argento nel 1977 ottiene nuovamente brillanti risultati e così in quell’anno esce Suspiria, l’album più sperimentale della band.
Sempre nel ’77 esce anche La via della droga, splendida colonna sonora (poco conosciuta) ristampata dalla Cinevox nel 1999.
 
1978: IL BAGAROZZO MARK
La defezione di Guarini è ormai prossima e il gruppo incide il primo album cantato (in italiano) Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark dove Morante, oltre a esordire come voce, è anche autore dei testi. L’album, pur non essendo legato a nessun film (come del resto anche Roller) verrà comunque utilizzato in parte (giusto un paio di brani - La danza e Notte) per le pellicole Wampyr (George Romero) e L’altro inferno (Bruno Mattei).
Nonostante l’album sia una pietra miliare nella discografia dei Goblin (ormai praticamente introvabile) questo lavoro rimane il loro più grande fallimento commerciale che li porterà inevitabilmente allo scioglimento.
 
1978/80: DA ZOMBI A CONTAMINATION
È il periodo più intenso per il gruppo: dopo il flop con Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark la band si riprende tornando a comporre musica per film. Vengono così prodotte le colonne sonore per Zombi, Amo non amo, Patrick, Squadra Antimafia, Squadra Antigangsters e Contamination. Tra tutte spicca sicuramente Zombi (capolavoro ineguagliabile!) dove i Goblin dimostrano di passare da un genere musicale ad un altro con grande spigliatezza: dal rock elettrico con effetti elettronici di Zombi all'hard rock di Zaratozom, dal charleston di Torte in faccia a brani con venature jazzate come Zombi (supermarket).
Da Amo non amo in poi il chitarrista è Carlo Pennisi, al posto di Morante che tenta la carriera solista realizzando l’album Abbasso.
Il 1978 segna dunque lo scioglimento dei Goblin anche se il gruppo non ha mai avuto una vera e propria rottura. Verso la fine del ’78, infatti, ognuno dei componenti si occupa di altre attività musicali oltre a quella dei Goblin. Il rock comincia a cedere il passo alla dance e molti altri gruppi come il loro si dividono. Dopo la morte del padre, Claudio sente la necessità di avere altri sbocchi, avvicinandosi alla disco music mentre Massimo vuole continuare la carriera di cantante. Marangolo, Pignatelli e Guarini non hanno più nulla da dire e così le loro strade si separarono. Il marchio “Goblin” non viene reclamato da nessuno e se ne appropria Pignatelli in virtù di una clausola legale presente nel vecchio contratto. I Goblin, dunque, non si sono mai ufficialmente sciolti.
 
1982: TENEBRE
È il primo album dopo lo scioglimento (non ufficiale) del gruppo dove Agostino Marangolo viene sostituito dalle batterie elettroniche di Simonetti. Tenebre segna dunque la presa di potere della musica elettronica e, infatti, con questo album si ha una vera e propria svolta del loro sound.
Grandiose e memorabili le tracks Tenebre, Gemini, Flashing e Lesbo che confermano l’assoluta sintonia tra i musicisti e il regista romano Dario Argento: la musica è trascinante e zeppa di particolari sonorità. Il brano Tenebre è stato realizzato con una batteria elettronica mentre per le parole “Paura, paura…” Claudio si è servito di un “Vocoder”.
 
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1984: PHENOMENA
Nonostante Simonetti continui a intraprendere la carriera solista e Pignatelli insista ad usare il marchio Goblin (ottenuto in virtù di una clausola legale presente nel vecchio contratto), i due musicisti collaborano insieme nella realizzazione della colonna sonora di Phenomena, il nuovo film di Dario Argento.
L’eccezionale brano Phenomena, arricchito dalla voce del soprano italo-americano Pina Magri è composto da Simonetti mentre il ritmato Sleepwalking, il delicato Jennifer’s friends e l’elettronico The wind vengono scritti da Claudio in collaborazione con Fabio Pignatelli.
Malgrado il lodevole sforzo compiuto dai due compositori, Argento purtroppo non lascia sufficiente spazio alla loro musica (infarcendo la pellicola con pezzi di Motorhead, Iron Maiden, Bill Wyman & Terry Taylor, Simon Boswell) e così il dolcissimo brano Jennifer di Pignatelli viene usato in pochissime scene e, incredibile ma vero, il grandioso Jennifer’s Friends, non viene neanche utilizzato nel film!!
Come per Tenebre anche in questo nuovo lavoro i musicisti si servono di sintetizzatori e computers che rivelano chiaramente il loro salto concreto nella musica elettronica.
 
1985: DÈMONI
Lamberto Bava insieme al regista/produttore Dario Argento sono alle prese con la realizzazione di Dèmoni, pellicola altamente splatter, di grande successo, che segna in Italia l’avvento dei demoni: creature infere particolarmente mostruose e violente, partorite dalla mente visionaria di Argento e realizzate dall’effettista Sergio Stivaletti.
Per le musiche viene chiamato Claudio Simonetti che realizza egregiamente gran parte dei brani presenti nella pellicola.
Capolavoro sorprendente, ricco di sonorità, e decisamente originale è Demon, primo brano che apre un album infarcito di brani perlopiù heavy metal (Motley Crue, Scorpions, Saxon, Accept) estremamente efficaci e di qualità. La presenza musicale di Simonetti nel film è fermamente essenziale: brani come Killing, ritmato e graffiante quanto basta, Threat, cupo e spettrale, Out of time, trascinante e malinconico, The evil one, tetro e fasciante, affermano senza ombra di dubbio l’eccezionale maestria di questo straordinario musicista.
 
1988: OPERA
Claudio Simonetti viene nuovamente incaricato per comporre le musiche di Opera, nuova fatica del regista romano Dario Argento.
Come per Phenomena e Demoni Argento utilizza anche brani di altri autori quali Bill Wyman & Terry Taylor, Roger Eno e Brian Eno lasciando fuori alcuni pezzi che Simonetti ha egregiamente composto.
Dolcissimo e poetico Opera, brano d’apertura dell’album che rievoca in parte lo stile di Phenomena e altrettanto eccellenti i pezzi Crows, Confusion e Cosmo.
 
1989: LA CHIESA
E’ il periodo in cui Argento e Michele Soavi stanno lavorando a un nuovo film. Il progetto è La chiesa, pellicola diretta dal giovane Michele Soavi e prodotta da Dario Argento dove per le musiche vengono incaricati principalmente Fabio Pignatelli e Keith Emerson.
Le nuove sonorità di Pignatelli sono pressoché essenziali per la pellicola, ricche di atmosfera trascinante, e inverosimilmente lugubri nella loro stupenda enfasi. La chiesa, secondo brando dell’album, è un capolavoro mistico innovativo che ha il potere di evocare i meravigliosi affreschi alchimistici che il film, tra l’altro, riproduce sapientemente. Altri brani di rilievo sono Possessione, inquietante, surreale, straordinariamente demoniaco e Lotte, miracoloso, profondo, evocativo.
Con La chiesa, Pignatelli mette in netta evidenza  il suo eccezionale talento musicale dimostrandosi ancora una volta un compositore di estrema classe.
 
2000: NONHOSONNO
E’ l’anno che segna il ritorno dei Goblin al completo, dopo ben 22 anni di tormentata attesa. L’occasione, naturalmente, arriva con il nuovo film di Dario Argento Nonhosonno.
Con l’originale formazione (Agostino Marangolo: batteria, Massimo Morante: chitarra, Fabio Pignatelli: basso e Claudio Simonetti: tastiere), i Goblin tentano, nonostante l’avvento delle nuove tecnologie, di mantenere il loro “sound” e contemporaneamente creare sonorità diverse. E ci riescono alla grande senza perdere minimamente il loro pregevole smalto.
Un ritorno memorabile che segna composizioni magistrali quali Non Ho Sonno, brano d’apertura dell’album, capolavoro assoluto di estrema forza trascinante e suprema originalità, Killer On The Train, vigoroso e ricco di stupende sonorità, Endless Love, divinamente passionale e intenso, Arpeggio-End Title, sperimentale e coinvolgente, Ulisse, malinconico e struggente, Death Farm, potente e superlativo.
Dario Argento lascia nuovamente spazio alle musiche e ancora una volta, la perfetta sintonia tra il gruppo e il regista da i suoi stupendi risultati.
 
2005/2006: BACK TO THE GOBLIN 2005
Dopo gli ennesimi contrasti tra i membri della band, Claudio Simonetti lascia nuovamente il gruppo.

Back To The Goblin 2005 è l’album che segna la prima produzione indipendente dei Goblin che li ritroviamo in questa occasione così (ri)composti: FabioPignatelli (Bass/Keyboards), Massimo Morante (Guitars), MaurizioGuarini (Keyboards) e Agostino Marangolo (Drums).
Un progetto completamente indipendente e coraggioso con una distribuzione autonoma (senza la Cinevox quindi) principalmente on-line: il cd infatti è possibile acquistarlo soltanto dal sito ufficiale www.goblinhome.com.
L’album è uno splendido esempio di tecnica e qualità, in bilico tra rock/progressive purissimo e pop: otto tracce strumentali, intarsiati di buio e splendore, eseguite con lo stesso talento e spessore che li contraddistingue da sempre: un potente muro di suono propulso dagli arditi castelli ritmici di Marangolo e Pignatelli, speziato dai riff turbinanti e dagli assoli ruggenti sfoderati dalla chitarra di Morante, e pittato dalle tastiere magniloquenti di Guarini.

Back To The Goblin 2005 probabilmente rimane il miglior album rock/progressive uscito in Italia da tempo immemore.
 
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DISCOGRAFIA ESSENZIALE
  • PROFONDO ROSSO (1975) Goblin e Giorgio Gaslini
  • ROLLER (1976)
  • SUSPIRIA (1977)
  • IL FANTASTICO VIAGGIO DEL "BAGAROZZO" MARK (1978)
  • ZOMBI (1978) / DAWN OF THE DEAD (1979)
  • AMO NON AMO (1979)
  • SQUADRA ANTIGANGSTERS (1979)
  • PATRICK (1979)
  • GREATEST HITS (1979)
  • CONTAMINATION (1980)
  • GOBLIN (French compilation) (1982)
  • VOLO (1982)
  • TENEBRE (1982) Simonetti-Pignatelli-Morante
  • NOTTURNO (1983)
  • PHENOMENA (1984) / CREEPERS (1985)
  • DÈMONI (1985)
  • ZOMBI / TENEBRE
  • GREATEST HITS (CD) (1987) 15-track version
  • OPERA (1988)
  • LA CHIESA (1989)
  • THE GOBLIN COLLECTION 1975-1989 (1995)
  • SOLAMENTE NERO (1996)
  • PROFONDO ROSSO - The Complete Edition (1996)
  • TENEBRE - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
  • PHENOMENA - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
  • BUIO OMEGA - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
  • SUSPIRIA - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1997)
  • ECCITANTE! GOBLIN (1997)
  • ZOMBI - The Complete Original Motion Picture Soundtrack (1998)
  • SOUNDTRACKS VOLUME II (1998)
  • SOUNDTRACKS VOLUME III (1998)
  • ITALIAN HORROR SHOWCASE (1998)
  • THE ORIGINAL REMIXES COLLECTION VOLUME 1 (1998)
  • LA VIA DELLA DROGA (1999)
  • NOTTURNO - The Original Motion Picture Soundtrack (1999)
  • SQUADRA ANTIGANGSTERS - Original Motion Picture Soundtrack (1999)
  • NONHOSONNO (2000)
  • BACK TO THE GOBLIN 2005 (2005-2006)
BIOGRAFIE
 
Claudio Simonetti
Compositore, arrangiatore, tastierista e produttore discografico, Claudio Simonetti nasce a San Paolo (Brasile) il 19 Febbraio 1952 sotto il segno dell'Acquario e studia composizione e pianoforte al conservatorio di Santa Cecilia in Roma.
1972: con una grande predilezione verso il "rock", Claudio inizia asuonare con il gruppo IL RITRATTO DI DORIAN GRAY con il quale partecipa al festival pop di Caracalla a Roma.
1974: forma il gruppo Oliver con il quale si trasferisce a Londra per una serie di concerti.
1975: al ritorno in Italia il gruppo cambia nome in GOBLIN e Simonetti entra ufficialmente nel mondo discografico componendo ed incidendo la colonna sonora, ormai leggendaria, del film "PROFONDO ROSSO" di Darioargento che vende oltre 3 milioni di copie.
1976: incide il secondo album dei GOBLIN: "ROLLER".
1977: compone le musiche di "SUSPIRIA" di Argento con i GOBLIN.
1978: con i GOBLIN realizza "ZOMBI" (DAWN OF THE DEAD) diretta da George Romero, record di incassi in USA e con l'album "IL FANTASTICOVIAGGIO DEL BAGAROZZO MARK" il gruppo si scioglie definitivamente. Così, Simonetti inizia la sua attività discografica come solista e produttore. Sempre nel 1978 compone le musiche per il gruppo EASY GOING che con il brano "BABY I LOVE YOU", tratto dal loro primo album prodotto con Giancarlo Meo, apre con successo la strada della DANCE ITALIANA all'estero.
1979: sempre con la "Dance" Simonetti raggiunge i vertici delle classifiche americane con il brano "GIVE ME A BREAK" e il primo album di VIVIEN VEE.
1980: compone il fortunatissimo brano "GIOCA JOUER" di CLAUDIO CECCHETTO sigla del Festival di Sanremo del 1980 che produce con Giancarlo Meo.
1981: Claudio entra nel mercato francese con i brani "WALKMAN" e "KASSO" (Disco d'Oro 1981) ed è sceso primo album come solista che contiene tutti brani presenti nella trasmissione di Gianno Boncompagni "SOTTO LE STELLE" e che si intitola semplicemente: "CLAUDIO SIMONETTI".
1982: Simonetti, con Morante e Pignatelli, due ex componenti dei GOBLIN compone la colonna sonora del film "TENEBRE" di Dario Argento.
1984: la sua carriera di musicista ha uno dei momenti più prestigiosi quando, a Gennaio, viene chiamato per comporre le musiche e dirigere una grande orchestra formata da 50 giovani musicisti nella trasmissione "BUON COMPLEANNO TV", presentata da Pippo Baudo, dove la Rai festeggiai suoi trent'anni di attività con la partecipazione dei più grandi nomi dello spettacolo. Da questo programma il disco "I LOVE THE PIANO" e "JAMAICAN STYLE" che escono anche in USA con la Salsoul Records. Nello stesso anno continua la collaborazione con Argento con "PHENOMENA" e con il regista Ruggero Deodato con il film "INFERNO IN DIRETTA".
1985: compone le musiche per il film prodotto da Argento "DEMONI" diretto da Lamberto Bava e sempre con Ruggero Deodato compone le musiche per il film "CAMPING DEL TERRORE".
1986/87: Simonetti partecipa al programma "PRONTO, E' LA RAI?" come musicista e animatore con Giancarlo Magalli e Simona Marchini.
1988: compone le musiche per il film "OPERA" di Dario Argento.
1989: partecipa al programma con Giancarlo Magalli "DOMANI SPOSI" in onda tutti i giorni su Rai Uno.
1991: dopo vari concerti dal vivo, Simonetti, col suo gruppo realizza un album dal titolo: "SIMONETTI HORROR PROJECT" contenente le nuove versioni dei brani di film di Argento tra i quali: "PROFONDO ROSSO" - "SUSPIRIA" - TENEBRE e "PHENOMENA". L'album, dopo aver venduto 100.000 copie a soli due mesi dalla sua uscita, raggiunge i primi posti delle classifiche italiane ed esce anche in Usa e in Europa. Inoltre "SIMONETTI HORROR PROJECT" è anche disponibile in un HOME VIDEO della durata di 67 minuti che contiene tutti i 10 brani dell'album girati in un teatro dove Simonetti e il suo gruppo si esibiscono con vari effetti e immagini tratte dai film horror.
1992: esce l'album "HORROR PROJECT II-DAYS OF CONFUSION" con nuovi brani horror.
1995: esce l'album dal titolo: "X-TERROR FILES" dove Simonetti ripropone una nuova raccolta di successi "Horror & Thriller" del cinema e della televisione. L'album contiene, oltre ai successi dei film di Argento, anche brani quali: "X-FILES" - "HALLOWEEN" - "BLADE RUNNER" - "1997: FUGA DA NE YORK" - "GAMMA", tutti riarrangiati con una veste completamente nuova. "X-TERROR FILES" raggiunge le 350.000 copie vendute nei primi tre mesi di uscita entrando nei primi posti delle classifiche dei dischi più venduti.
1997: ispirato al rock progressive degli anni settanta esce il CD "CLASSICS IN ROCK" contenente 14 brani scelti tra i più belli dellamusica classica e completamente riarrangiati. "PER ELISA" - "CHIARO DILUNA" - "TOCCATA E FUGA" - "BOLERO" - "AREA SULLA 4a CORDA" - "IL VOLODEL CALABRONE" sono alcuni fra i titoli dei brani dell'album. Nello stesso anno compone le musiche per i film Usa "THE VERSACE MURDER" del regista e produttore Menahem Golan ed esce con il CD "THE END OF MILLENIUM", un "Greatest Hits" con l'aggiunta di sei brani nuovi.
1998: esce in Italia il CD di "THE VERSACE MURDER" contenente 26 brani tratti dal film.
1999: in veste di tastierista e produttore Simonetti forma il gruppo dei DAEMONIA con Nicola Di Staso: chitarra, Federico Amorosi: basso, Titta Tani: batteria, con il quale registra il CD "DARIO ARGENTO TRIBUTE".
2000: esce il CD "DARIO ARGENTO TRIBUTE" distribuito dalla S4/Sony. Il CD contiene gli ultimissimi arrangiamenti in chiave rock, con l'aggiunta di una grande orchestra sinfonica, dei brani più significativi tratti dalle colonne sonore di Dario Argento. Con i DAEMONIA Simonetti registra un album live con una grande orchestra e a novembre suona al CULT-CON 2000 a New York in un concerto organizzato dai fans americani.
2001: Claudio dopo aver partecipato a vari festivals internazionali del cinema del Fantastico, come giurato (Barcellona, Bruxelles, Roma, Seul, Skopje), incontra a Barcellona Dario Argento il quale gli propone di ricostituire il leggendario gruppo dei GOBLIN per il suo nuovo film: "NON HO SONNO". Con la band al completo: Massimo Morante alla chitarra, Fabio Pignatelli al basso, Agostino Marangolo alla batteria e Claudio Simonetti alle tastiere, i GOBLIN compongono e suonano la colonna sonora del film mantenendo inalterate le vecchie sonorità abbinate alle nuove tecnologie.

Sito ufficiale: www.claudiosimonetti.com
 
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Agostino Marangolo
Agostino Marangolo è nato a Catania il 25/6/1953, sotto il segno del cancro. Ha cominciato ad appassionarsi alla batteria all’età di 11 anni. Il fratello Antonio suona il pianoforte, il sax tenore e soprano, mentre il padre è anch’egli batterista a tempo perso. Dopo aver suonato in alcuni gruppetti di amici e parenti, Ago e il fratello riescono a far capire al padre di avere intenzioni serie con la musica. L’ambiente certo non è dei migliori.


Capelli lunghi+metropoli=droga+violenza. Quando il padre capisce che la Sicilia non è l’ambiente ideale perchè una rock band possa emergere, riesce a metterli in contatto con un produttore della RCA nel ‘69, che dà loro l’opportunità di formare il gruppo Flea on the honey (Antonio, Agostino e il cugino Carlo Pennisi, produttore di Paola Turci e Fabio Pignatelli), incidendo l’album omonimo nel ‘70 e Topi o uomini del ‘73. Nel ‘75, dopo aver inciso l’album omonimo con gli Etna, in un locale romano frequentato assiduamente dai “nostri”, Ago conosce Walter Martino, Claudio Simonetti e Massimo Morante. Egli si unisce al gruppo durante la registrazione di Profondo Rosso, in sostituzione di Martino. È accolto con molto entusiasmo, diviene subito amico di Pignatelli, anch’egli appassionato di jazz-rock; gli altri Goblin sono invece orientati verso il rock progressivo dei Genesis e degli Yes. Agostino suona e inserisce qualche idea nel brano Death dies. Dopo aver inciso pietre miliari, una dietro l’altra, nel campo delle colonne sonore (Suspiria, Zombi), i Goblin fanno un grosso fiasco con l’album Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark. Si comincia a litigare sulla direzione da prendere, Marangolo e Pignatelli vogliono continuare a comporre musica da film, mentre Simonetti ha preferito andarsene per conto suo. A questo punto Ago, suo fratello, Pennisi e Guarini incidono Patrick, Buio Omega e Contamination. Il fratello Tony, poi incide Notturno e St. Helene, ma ormai i Goblin non ci sono più. Ago si unisce nel 1980 ai Perigeo, gruppo jazz rock, assieme a Pennisi (chitarra), al leader Giovanni Tommaso, e Danilo Rea (piano); partecipa all’incisione della colonna sonora di L’aldilà di Lucio Fulci per Fabio Frizzi e va in tournée con Alberto Fortis. Successivamente intraprende una soddisfacente carriera di session man.
 
Maurizio Guarini
Maurizio Guarini nasce a Roma il 25/1/1955, sotto il segno dell’acquario. Comincia a strimpellare la chitarra a dieci-undici anni, quindi si unisce ad altri suoi coetanei suonando musica rock negli spettacoli organizzati dalla scuola e infine, passato alle tastiere e al piano elettrico, si è addentrato poco alla volta nell’ambiente jazz. Quando nel 1975 incontra i Goblin ci sono dei diverbi tra Simonetti, Martino e il resto dei componenti e, siccome Profondo rosso riscuote un certo successo, cercano con urgenza dei musicisti che possano rimpiazzare i defezionari per portare avanti la tournée di due mesi dal Nord al Sud dell'Italia. Musicalmente Guarini è influenzato dal rock romantico dei Genesis, e dal rock canterburyano dei Gentle Giant, mentre non ama il cosiddetto rock “duro”. Tutti sanno che ha partecipato alle registrazioni di Roller, ma non tutti sanno che ha partecipato anche a quelle di Suspiria, ma il suo nome non compare, perché dopo aver inciso i brani Guarini ha dei diverbi con l’editore Carlo Bixio riguardo al compenso che gli spetta e per un attimo pensa seriamente di lasciare i Goblin. Collabora in Patrick e Contamination più come amico che come professionista: per questo non compare nei titoli. Dopo la collaborazione con i Goblin “argentiani” incide Volo sulla base di alcuni testi scritti da sua moglie, conosciuta proprio in quest’occasione. Tutti i brani, eccetto Est (che poi ritroveremo in versione leggermente differente in Notturno) sono cantati da Mauro Lusini. Per quel disco si ricostituiscono i Goblin schierati con, oltre Lusini: Fabio Pignatelli al basso, Marco Rinalduzzi alla chitarra, Guarini alle tastiere e Derek Wilson alla batteria. Il brano che dà il titolo all’album, dopo aver fallito la partecipazione al Festival di Sanremo, sarà utilizzato per quattro mesi come sigla finale della trasmissione DiscoRing. Dopo una serie di tournées con i più famosi cantautori italiani, Guarini è chiamato da Pino Donaggio per programmare il suo sequencer nella colonna sonora di Sotto il vestito niente. È l’inizio di un sodalizio artistico che dura tuttora. Come musicista cinematografico ha preso parte anche alle colonne sonore di Shock (1977 dei Libra), Zombi 2 (1979 di Fabio Frizzi) e L’Aldilà (1981 ancora di Frizzi).

 
Massimo Morante
Massimo Morante è nato a Roma il 6/10/1952, sotto il segno della bilancia. Inizia a studiare la chitarra elettrica a quattordici anni. È appassionato di rock-blues, nonché fan del grande Jimi Hendrix. A diciotto anni conosce, tramite amici in comune, Claudio Simonetti e Walter Martino. Nei Goblin ha suonato una chitarra acustica Martin e le chitarre elettriche Fender Stratocoaster, Gibson Les Paul e Custom. È il bello del gruppo. Nell’album Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark ha esordito sia come cantante che come autore delle liriche. La sua presenza in Zombi è determinante: tutto il disco, infatti, si basa sulla chitarra elettrica e su quell’acustica. Chitarrista dei Goblin fino al 1978 (ultima collaborazione Zombi e, indirettamente, Wampyr), ha lasciato il gruppo (tornandovi solo nel ‘82 in occasione di Tenebre) per intraprendere una carriera solista durata lo spazio di tre soli album: Abbasso (Cinevox 1979), Corpo a corpo (Zerolandia 1982), ed Esclusivo (Zerolandia 1984). Successivamente ha lavorato come session man per i migliori artisti italiani.

 
Fabio Pignatelli
Fabio Pignatelli è nato a Roma il 30/10/1953 sotto il segno dello scorpione. A undici anni ebbe il primo approccio con la musica suonando la chitarra, ma durò pochi mesi. Poi, a tredici anni, cambiò scuola e iniziò a frequentare un ragazzo che suonava molto bene la chitarra. Erano gli anni ‘66/‘67 e le canzoni che si suonavano erano quelle dei Beatles e dei Rolling Stones e di tutti gli altri gruppi inglesi che in quel periodo andavano per la maggiore, più di altri complessi italiani, (Equipe ‘84, I Corvi ecc.). Alla fine del ‘67 Pignatelli passò alle scuole superiori, e, sempre suonando la chitarra, nelle cantine, ebbe modo di entrare in contatto con i primi gruppi. Si suonavano brani dei Procol Harum e Spencer Davis Group. Verso la metà del ‘68 il bassista del gruppo se ne andò e fu sostituito da Fabio, per il quale, il basso elettrico divenne il suo strumento, pur non abbandonando la chitarra. Alla fine del ‘68 si passò dal beat al pop. Si ascoltavano e si emulavano gli Iron Butterfly, Jimi Hendrix, Cream, ecc. Alla fine del ‘69 Pignatelli fu chiamato nel gruppo Le Rivelazioni (che aveva già inciso un disco!!!) per sostituire il bassista e, da quel momento, Fabio iniziò a lavorare professionalmente con la musica. Il bassista modello era in quel periodo Jack Bruce dei Cream e con il suo gruppo partecipò ai festival di Caracalla, Villa Pamphili, Villa Borghese ecc. suonando le cover dei Cream, Black Sabbath, Uriah Heep e Led Zeppelin, cominciando però a comporre e ad arrangiare brani propri. Nel ‘72 entrò a far parte dei siciliani Flea on the Honey. Con loro fece alcune tournée e concerti finché nel ‘74 entrò a far parte dei Cherry Five. Fu la sua prima esperienza con le tastiere e i gruppi cui si faceva riferimento erano quelli prog-rock (Yes, King Krimson, Genesis) e i bassisti erano Chris Squire, John Wetton ecc. Nel ‘75 si unì ai Goblin dopo la registrazione dell’album Cherry Five. Ora è specializzato in chitarra, basso, arrangiamenti, composizione e programmazione di tastiere e computers. La sua discografia con i Goblin è identica a quella di Simonetti fino a Martin (Wampyr) (versione per il mercato italiano del 1979) di George A. Romero, dopodiché ha registrato per suo conto sulla scia del genere “gobliniano” una serie di brani inediti ai quali si sente molto legato e, sempre con il marchio Goblin, ha composto le colonne sonore di Patrick (1979), Amo non amo (1979), Contamination (1980), St. Helene (1981), Notturno (1981), Tenebre (1982) assieme a Morante e a Simonetti, Phenomena (1984) e La chiesa. Alla sua attività di compositore di colonne sonore alterna una serie di partecipazioni alle tournée dei maggiori cantautori italiani.

 
Walter Martino
Walter Martino è nato a Milano il 18/4/1953, sotto il segno dell’ariete. Si avvicina prestissimo alla musica studiando pianoforte classico, ma, ben presto, si dedica anche alla batteria, lo strumento che più lo emoziona. A diciassette anni conosce Simonetti. In questo periodo Martino suona in un gruppo di rockettari scatenati i quali tentano di emulare le musiche di Jimi Hendrix, dei Cream e di altri gruppi inglesi. Claudio gli propone di suonare insieme e così formano il Ritratto di Dorian Gray un gruppo che cerca di anticipare un discorso musicale tipo rock barocco, portato avanti poi dai Goblin. All’epoca vanno di moda nomi altisonanti per i complessi (allora si chiamavano così) musicali come Il Banco del Mutuo Soccorso, La Premiata Forneria Marconi. Questi giovani musicisti, per non essere da meno pensano di chiamare il loro gruppo con questo nome. Il gruppo si scioglie quando Simonetti parte per il servizio militare, allora Martino continua a suonare con altri gruppi come Raccomandata con Ricevuta di Ritorno e Reale Accademia di Musica. Poi entra a far parte dei Goblin, con i quali compone ed esegue la colonna sonora di Profondo rosso (1975). Durante la fase di missaggio di Profondo rosso è contattato dai Libra, gruppo composto dal chitarrista Nicola di Staso (Daemonia), dal tastierista Sandro Centofanti, dal cantante Federico d’Andrea e dal bassista Dino Kappa. Egli accetta senza pensarci due volte anche perché si sente più portato per il funky-rock-jazz (oggi chiamato “fusion”) che per la “Goblin music”, come la definisce Simonetti. Dopo aver inciso due LP e aver partecipato ad una lunga tournée in America come “spalla” a nomi internazionali come Frank Zappa, nel ‘76 i Libra tornano in Italia, e nel ‘77 vivono un’esperienza analoga a quella dei Goblin, incidendo la colonna sonora del film Shock (Transfert-Suspence-Hypnos) dove per quell’occasione viene chiamato il regista Mario Bava in persona, disco che in Italia non riscuote un grande successo; al contrario, all’estero, le cose vanno diversamente, e ancora oggi il batterista riceve dal Giappone i diritti SIAE di quel disco. Abbandonati i Libra, Martino incide album solisti, diventando nel contempo uno dei batteristi più richiesti dai migliori artisti italiani (Baglioni, Mina, ecc.). Partecipa anche alla composizione delle musiche di Amo non amo (Goblin, 1979), Tenebre (Simonetti, Morante e Pignatelli, 1982) e Phenomena (Simonetti e Pignatelli, 1984). Dopo aver inciso alcuni album con i Program Two (World to Stone, 1985) e a nome suo (Nervi a pezzi, 1988), nel ‘90 forma i Percussion System, proponendo brani di sua composizione.

 
 
Speciale realizzato in collaborazione con Demetrio Cutrupi.