OAV 1 - LA NASCITA
Immagini della sigla di testa:
in un tempo lontanissimo, la Terra era abitata da esseri luminosi e
alati che vivevano in pace e armonia. La quiete viene però interrotta
dalla nascita di esseri mostruosi e aggressivi che iniziano a seminare
morte e distruzione: i demoni. Gli esseri luminosi sono costretti così
ad ingaggiare una lotta furibonda e sanguinosa dall’esito più che mai
incerto.
Prologo: un gruppo di esploratori, ai giorni nostri, viene
massacrato da un demone da loro risvegliato accidentalmente durante una
ricerca sulle cime dell’Himalaya. Una nuova era ha così inizio.
Passano alcuni anni: Akira Fudo è il figlio di due degli esploratori
morti durante la tragica esplorazione sull’Himalaya ed è un ragazzo
timido, insicuro e sensibile. Divenuto orfano, viene ospitato dalla
famiglia Makimura, all’interno della quale avrà un rapporto particolare
con la figlia maggiore Miky, sua coetanea. Un giorno fa la sua comparsa
Ryo Asuka, un amico d’infanzia di Akira, un giovane misterioso e molto
deciso che chiede al protagonista di seguirlo perché deve rivelargli un
fatto sconvolgente: i demoni, gli antichi abitanti della Terra, si sono
risvegliati e sono decisi più che mai ad eliminare tutti gli esseri
umani (considerati poco più che parassiti) per poter così tornare ad
essere i padroni assoluti del pianeta. L’unica soluzione per poterli
fermare è unirsi ad uno di loro, al fine di assimilarne i tremendi
poteri. Per poter far ciò è necessario annullare la coscienza umana, la
stessa che impedisce al male di pervadere completamente lo spirito delle
persone nelle situazioni più estreme: ed ecco che allora i due ragazzi
si recano in una discoteca piena zeppa di delinquenti, resi ancora più
violenti dallo scorrere dell’alcool. Anche Akira e Ryo si ubriacano e
così facendo si rendono vulnerabili all’influenza demoniaca che pervade
interamente loro e parte della gente in sala. Akira e Ryo ingaggiano una
rissa: il generale senso di rabbia e violenza provoca la mutazione dei
più violenti che si trasformano in mostri deformi. Anche Akira subisce
la stessa sorte, assumendo le fattezze di un uomo-diavolo alato,
spaventoso e pieno di rabbia che compierà un devastante massacro di
demoni sulla pista da ballo. Akira ormai non sarà più lo stesso: è
iniziata la spietata caccia ai demoni del terribile Devilman.
OAV 2 - L’ARPIA SILEN
Dopo la fusione con il demone Amon,
Akira non è più lo stesso ragazzo timido e insicuro di un tempo: la
nuova condizione in cui si trova lo ha reso schivo e cupo, con dei
cambiamenti evidenti anche sul fisico e sull’espressione del volto. Nel
mezzo della notte viene richiamato dal demone Jinmen, lo stesso
che aveva trucidato i suoi genitori sull’Himalaya. Lo scontro fra i due
avviene nel sottosuolo di Tokyo e la lotta risulta problematica per
Akira: Jinmen, infatti, possiede un guscio nel quale è solito
incastonare i volti delle sue vittime, le quali però rimangono ancora
vive e dunque agonizzanti. Tra queste Akira scorge sua madre ed è forte
la paura del ragazzo di farsi vedere da lei trasformato in un demone. Ma
Devilman riesce ad avere la meglio sulle paure del giovane, riuscendo
così ad annientare Jinmen. Akira è però visibilmente turbato perché, assieme al nemico, ha di conseguenza ucciso i suoi genitori definitivamente.
Non passa molto tempo e una nuova minaccia incombe direttamente dal mondo demoniaco: l’arpia Silen, un demone dalle fattezze di una bellissima donna-uccello, invia sulla Terra Gelmer e Agwel
al fine di uccidere Devilman. L’uomo-diavolo esce però vittorioso dallo
scontro contro i due demoni e si appresta ad affrontare la malvagia
arpia. Ha così inizio una battaglia interminabile, che si sposta dai
grattacieli di Tokyo ai boschi nella periferia della città e nella quale
Akira sembra avere la peggio. Quando Devilman giace a terra morente
tutto sembra ormai compromesso, ma uno sconvolgente finale darà un
brusco e imprevedibile scossone alla storia prendendo in contropiede
anche lo spettatore più preparato.
Quando si parla di horror, all’interno del mondo dei manga e degli anime, è inevitabile che l’attenzione si focalizzi su Devilman, forse l’opera più controversa di Go Nagai, il creatore dei più celebri “robottoni” degli anni Settanta (Goldrake, Mazinga…).
Devilman nacque come manga nel 1972 e fu trasposto poco tempo dopo in versione animata dalla Toei Doga con il nome di Debiruman,
ottenendo uno strepitoso successo in madrepatria. La serie TV giunse in
Italia solo undici anni dopo, nel 1983, e, come quasi sempre accadeva,
fu criticata aspramente per la violenza delle immagini e per i contenuti
giudicati immorali e devianti per i giovani telespettatori.
Se la
seria TV si allontanava parecchio dal manga (sia per la trama che per la
caratterizzazione dei personaggi) gli OAV si mantengono fedeli all’idea
originale che Go Nagai aveva pensato per il suo fumetto e, ovviamente,
appaiono differenti dalla serie TV. Gli OAV di Devilman furono
prodotti rispettivamente nel 1987 e nel 1990 dalla collaborazione della
Dynamic Planning, della Kodansha Video e della Emotions, per la regia di
Tsutomu Iida e giunsero per la prima volta in Italia nel 1992,
distribuiti dalla ormai scomparsa Granata Press e riproposti nel 1996
dalla Dynamic Italia. Originariamente gli OAV furono pensati come una
trilogia (e questo è confermato dal finale inconcludente del secondo
film), ma i titoli rimasero solamente due, con il terzo mai completato, a
causa di vari dissapori e litigi all’interno delle case di produzione
e, soprattutto a causa della scomparsa nel 2003 del character designer
Kazuo Komatsubara per un tumore.
Devilman è un anime che si potrebbe definire “dell’orrore” con uno stile (per quanto riguarda gli OAV) marcatamente splatter,
con sangue scarlatto che scorre a fiumi e scene di violenza sadica. Ma
non sarebbe giusto ridurre la vicenda dell’uomo-diavolo solamente ad un
insieme di combattimenti sanguinolenti e volgari. La storia ruota
soprattutto attorno al protagonista Akira Fudo, ai suoi tormenti
interiori e alla sua personalità fortemente ambigua di demone a caccia
di demoni. Molti autori hanno trattato della personalità dei
protagonisti degli anime che più che mai si sono avvicinati alla reale
rappresentazione della natura umana, fatta di lati buoni e malvagi allo
stesso tempo. Devilman è forse uno dei casi più espliciti di
questo genere: Akira è timido e buono, mentre Devilman, sebbene
sconfigga i demoni per salvare la Terra, non può essere considerato un
eroe positivo, sia perché è lui stesso un demone, sia perché prova un
gusto e una gioia malsana nel vedere uccisi i suoi nemici. E’ questa una
delle caratteristiche più problematiche (per noi occidentali) delle
produzioni giapponesi: il non potersi mai fidare pienamente dell’eroe,
il non poterlo mai considerare pienamente affidabile. La linea di
confine tra bene e male risulta sempre impercettibile, nebulosa,
disorientando non poco lo spettatore che, ad esempio, nel caso
dell’ultimo scontro fra Devilman e Silen, potrebbe trovarsi nel dubbio se prendere le parti di Silen
(torturata barbaramente dall’uomo-diavolo) o di Devilman (che deve pur
sempre salvare il pianeta). Di conseguenza i finali saranno quasi sempre
amari e lasceranno un alone di dubbio che difficilmente potrà essere
eliminato.
Devilman è caratterizzato da un’animazione
fluida e da una grafica eccellente rispetto alla serie TV. Il character
design fu affidato all’ormai defunto Komatsubara, che ebbe lo stesso
ruolo in Capitan Harlock di Leiji Matsumoto, e fu direttore delle animazioni in Goldrake Ufo Robot e Mazinga (di Go Nagai), ma anche in Galaxy Express 999 (ancora di Matsumoto) e in Nausicaa di Hayao Miyazaki, per citare i più celebri.
Le musiche (piene di pathos e talvolta molto ritmate) sono affidate a
Kenji Kawai, che curerà qualche anno più tardi la suggestiva colonna
sonora di Kokaku Kidootai (Ghost In The Shell).
Errata Corrige del 14/06/2006
Devo rettificare quanto avevo comunicato nella recensione degli OAV di
Devilman. Pare infatti che il terzo capitolo della trilogia sia stato
finalmente ultimato in Giappone nel 2000 con il titolo di Amon, Apocalypse Of Devilman, distribuito dalla Dynamic Planning e dalla Bandai Visual e della durata complessiva di circa trenta minuti.
Aspettate però a saltare di gioia: l’attesissimo capitolo finale della
saga dell’uomo-diavolo è tuttora inedito in Italia e non si sa ancora
quando (e se) arriverà nel nostro paese. Nel frattempo non ci resta che
incrociare le dita e sperare che la faccenda vada in porto.
Mi scuso per aver dato un’informazione errata nella recensione, ma tenersi sempre aggiornati non è sempre facile.
Devilman
Titolo originale: Debiruman.
Luogo e anno: Giappone, 1987, 1990.
Regia: Tsutomu Iida.
Genere: Animazione, horror.
a cura di Giorgio Mazzola