A Springfield i Green Day tengono un concerto rock su un palco
galleggiante sul lago della città. Alla loro richiesta di un minuto di
raccoglimento per riflettere sull’ambiente e sulle condizioni disastrose
del lago, vengono sommersi di fischi e spazzatura in grande quantità,
tanto da farli inabissare nelle acque.
Durante il funerale della
band Nonno Simpson è preda di convulsioni allucinanti e mentre si rotola
per terra pronuncia frasi sconnesse come “terribile sciagura”, “mille
occhi”, “coda attorcigliata”, “intrappolati per sempre”. Grazie ad una
convincente campagna ambientalista, Lisa riesce a convincere il sindaco a
recintare il lago, in modo tale da impedire lo scarico di rifiuti in
esso. Intanto Homer salva dalla macellazione un maialino che
interpretava uno spot con Krusty il clown e riesce a convincere Marge a
tenerlo in casa. Spider Pork (questo il nome scelto da Homer) inizia ad
essere uno della famiglia e viene trattato da Homer come fosse suo
figlio (per la gelosia di Bart che inizia a frequentare Ned Flanders
come papà alternativo). Il maialino, però, “inquina parecchio” e Homer è
costretto a svuotare il silo pieno di escrementi nella discarica della
città. Mentre è in coda per aspettare il suo turno, riceve una
telefonata da Lenny che gli riferisce un fatto pazzesco: un negozio in
città sta regalando ciambelle. Per Homer la tentazione è troppo forte:
lascia perdere la coda, svuota il contenuto del silo nel lago (facendo
aumentare considerevolmente i livelli di inquinamento) e va ad
abbuffarsi. Intanto l’Ente per la Protezione Ambientale (EPA) viene a
contatto con uno scoiattolo che accidentalmente è caduto dentro il lago e
che dopo la caduta presenta una serie di anomalie (più di venti occhi e
altre deformazioni). Il caso viene sottoposto all’attenzione del
presidente degli Stati Uniti Arnold Schwarzenegger che decide,
consigliato dal folle capo del dipartimento Russ Cargill, di isolare
Springfield dal resto della nazione mediante un’enorme cupola di vetro. I
poveri cittadini rimarranno intrappolati senza acqua, cibo ed
elettricità. Cosa ne sarà della città di Springfield? Come farà Homer a
rimediare al disastro che lui stesso ha combinato? Tornerà tutto
normale? E cosa significano le folli frasi del Nonno?
E finalmente il gran giorno arrivò: la famiglia giallognola più famosa
al mondo nelle sale cinematografiche. Un’attesa spasmodica fatta di
voci, indiscrezioni, trailer ufficiosi e video che circolavano senza
controllo su internet.
Ma chi si aspettava un’opera grandiosa,
fatta di spettacolo e colpi di scena sarà rimasto un po’ deluso perché
quello che si ha di fronte sembra essere solo uno dei tanti episodi
della serie, solo più allungato e animato con più cura (un fatto che
Homer non manca di sottolineare quando, rivolgendosi al pubblico in
sala, si chiede come mai la gente paghi per vedere uno spettacolo che
può già godersi gratis a casa propria…) Naturalmente questo non
significa che il film sia noioso, anzi, durante le quasi due ore di
proiezione si assiste ad una serie di situazioni comiche degne del brio
delle prime puntate della serie (una su tutte la Spider Pork mania, nata
dalla canzoncina di Homer: “Spider Pork, Spider Pork, il soffitto tu mi
sporc…”che in rete ha spopolato). Per il resto (e mi rivolgo a chi come
me conosce a memoria ogni episodio) nulla di esageratamente diverso: ci
sono tutti, dal Sig. Burns a Boe, da Krusty il clown all’Uomo-Ape, da
Kent Brockman al direttore Skinner, ma l’intera vicenda ruota attorno
principalmente alla famiglia Simpson, sia che si parli del rapporto in
crisi tra Bart e Homer, sia che si parli delle battaglie ambientali di
Lisa o dei disastrosi guai combinati dal capo famiglia, che provocano la
devastazione della città. I Simpson, insomma, con tutta la trafila di
commenti, suggestioni, critiche più o meno sensate e ricordi che questo
nome riesce ad evocare ogni volta. E gli incassi parlano chiaro: The
Simpsons si è piazzato in terza posizione, preceduto soltanto da
“colossi del botteghino” come Harry Potter e Transformers. Un risultato
che dimostra quanto questa serie ormai ventennale (in Italia, sbarcò
qualche anno più tardi, però) sia ancora amatissima e molto seguita.
Si parla già di un sequel, ma restano solo delle voci. Sono sotto gli
occhi di tutti, invece, le puntate inedite che Matt Groening e compagni
sfornano ogni anno e che tengono in vita la famiglia più pazza d’America
con vicende allo stesso tempo vere e allucinanti, sempre sul filo del
non sense e del delirio totale.
Da segnalare, nel film, le musiche suggestive e
“goticheggianti” di Danny Elfman (il mitico “musichiere” di Tim Burton,
per intenderci) che è riuscito a rendere epiche le scene più drammatiche
(sebbene brevissime) grazie alla sua caratteristica imponente
malinconia, a tratti tetra e profondamente suggestiva.
Giudizio: molto buono.
a cura di Giorgio Mazzola