Nei pressi nella campagna veneta, vicino ai
cantieri di una nuova rete autostradale, una ragazza viene inseguita da
un uomo elegante con in mano una ventiquattrore e in seguito da lui
violentata senza pietà. La poveretta sviene, ma al suo risveglio riesce a
colpire l’uomo alla testa con un grosso sasso. La ragazza, ferita nel
corpo e nell’anima, torna a casa e piange da sola. Tutto sembra finito,
ma l’incubo sembra ancora pronto a scatenarsi...
Il corto di Michele Pastrello, in bilico tra il thriller e l’horror, si sviluppa attraverso una serie di simbolismi non troppo celati, con l’evidente parallelo violenza carnale/degrado ambientale a sottolineare la tematica ambientalista che permea la vicenda. Un lavoro da manuale, con inquadrature dal taglio sempre impeccabile, supportate dalla splendida fotografia di Mirco Sgarzi (anche se a volte un po’ troppo neutra); un montaggio dal ritmo intelligente che sostiene sempre con vitalità anche le scene più complesse (lo stupro in primis). Da sottolineare la grande prova della protagonista femminile, Eleonora Bolla, capace di trasmettere sentimenti d’angoscia e disperazione attraverso gesti e lamenti, senza il supporto di un vero e proprio dialogo.
Giudizio: buono.
a cura di Giorgio Mazzola