32 di Michele Pastrello


Nei pressi nella campagna veneta, vicino ai cantieri di una nuova rete autostradale, una ragazza viene inseguita da un uomo elegante con in mano una ventiquattrore e in seguito da lui violentata senza pietà. La poveretta sviene, ma al suo risveglio riesce a colpire l’uomo alla testa con un grosso sasso.  La ragazza, ferita nel corpo e nell’anima, torna a casa e piange da sola. Tutto sembra finito, ma l’incubo sembra ancora pronto a scatenarsi...
  
Il corto di Michele Pastrello, in bilico tra il thriller e l’horror, si sviluppa attraverso una serie di simbolismi non troppo celati, con l’evidente parallelo violenza carnale/degrado ambientale a sottolineare la tematica ambientalista che permea la vicenda. Un lavoro da manuale, con inquadrature dal taglio sempre impeccabile, supportate dalla splendida fotografia di Mirco Sgarzi (anche se a volte un po’ troppo neutra); un montaggio dal ritmo intelligente che sostiene sempre con vitalità anche le scene più complesse (lo stupro in primis). Da sottolineare la grande prova della protagonista femminile, Eleonora Bolla, capace di trasmettere sentimenti d’angoscia e disperazione attraverso gesti e lamenti, senza il supporto di un vero e proprio dialogo.
 
Un lavoro eccellente dal punto di vista tecnico, ma che forse presenta qualche pecca a livello narrativo, con un finale che sembra non dover arrivare mai, preceduto da una serie di cambi di rotta (si passa dal dramma, al thriller, all’horror splatter nell’arco di mezz’ora) che lasciano un po’ perplessi e disorientati (ma forse l’intento era proprio quello), proprio come nell’inaspettato finale di Dal tramonto all’alba (Fom Dusk Till Down, di Robert Rodriguez, 1995).

Giudizio: buono.

a cura di Giorgio Mazzola