Kyoko Mon Amour di Alessandro del Gaudio

Cinque tra i più grandi mangaka degli ultimi vent’anni (Rumiko Takahashi, Mitsuru Adachi, Izumi Matsumoto, Masakazu Katsura e Harold Sakuishi) e dieci tra le loro opere più significative (Maison  Ikkoku, One Pound Gospel, Touch, Rough, Kimagure Orange Road, Sesame Street, Present From Lemon, Video Girl Ai, I’’s, Beck – Mongolian Chop Squad).  Dieci manga che Alessandro Del Gaudio analizza in maniera lucida e con uno scopo preciso: individuare le caratteristiche principali che possano definire un vero e proprio “genere” all’interno della storia del fumetto giapponese recente, quello cioè dei manga giovanili (in seguito trasposti in celebri serie televisive); un accurato lavoro di distinzione (a partire dai macrogeneri sportivo, shojo e delle cosiddette “maghette”) finalizzato a riconoscere quei fumetti che possano raccontare la vita di tutti i giorni in un Giappone ai nostri occhi ancora lontano e apparentemente agli antipodi.
 
Quando non è di condanna, l’approccio agli anime e ai manga giapponesi, in questo paese, è essenzialmente legato ad un ricordo nostalgico, a piacevoli reminiscenze di pomeriggi passati davanti alla televisione ad ammirare i campi di calcio infiniti di Holly e Benji (Captain Tsubasa, 1981) o i salti di venti metri di pallavoliste come Mila Azuki in Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo (Attacker You, 1984). Un approccio innocuo che nasconde però un invisibile rischio: la nostalgia di questi prodotti, infatti, è propria di persone appartenenti ad una precisa fascia d’età, quella, ad oggi, compresa tra i 25 e i 40 anni circa. E se tutto è legato solamente al ricordo infantile è ovvio che la conoscenza verso questo mondo è destinata ad affievolirsi sempre più fino a scomparire.
 
E’ per questo che, per chi, come me, si occupa di cinema d’animazione giapponese (e di manga), l’uscita di un libro come questo non può che rappresentare un lieto evento visto che la saggistica in lingua italiana relativa all’argomento è alquanto scarsa, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo. Kyoko Mon Amour rappresenta, insieme a pochi altri libri del genere, un utile appiglio per uno studio mirato, perché Alessandro Del Gaudio inscrive gli autori da lui analizzati in contesti cronologici precisi, fornendo delle griglie di lettura accurate e dei percorsi di analisi fondamentali per poter affrontare l’argomento in maniera scientifica.
 
Un approccio caratterizzato da premesse di studio rigorose che però l’autore, da buon scrittore e romanziere qual è, “aromatizza” qua e là con accenni alla propria esperienza personale. Un atteggiamento che non stride affatto e che anzi risulta quasi necessario: anche se di anime e manga si scrive ormai da almeno quindici anni, infatti, personalmente credo che, ancora oggi, chi affronta questo argomento da studioso sia da considerarsi un pioniere, una categoria di persone, questa, che, in qualsiasi campo deve essere mossa da una spinta, sì, razionale, ma anche emozionale.
Credo quindi che la personale fascinazione dell’autore nei confronti di Maison Ikkoku (di cui si parla all’inizio del libro) sia stata la magica scintilla da cui tutto è partito e che ha consentito la realizzazione di un complesso lavoro come questo.
 
Un libro per tutti: studiosi e non; esperti o semplici appassionati; lo stile di scrittura pacato e mai sopra le righe di Alessandro Del Gaudio sembra poter prendere per mano anche il lettore più titubante e restìo ad affrontare questo argomento in maniera “seria”.
 
Voto: Buono.

a cura di Giorgio Mazzola