In un futuro prossimo il pianeta Terra è completamente invaso dai
rifiuti e dagli scarti tossici, in un perenne stato d’inquinamento. A
causa di questa situazione la città di Metro City, con l’aiuto del genio
del Dottor Tenma, diventa una metropoli volante distaccata dal suolo,
pulita e tranquilla, grazie anche ai robot lavoratori che favoriscono
l’armonia tra i suoi abitanti. Nel frattempo l’assistente di Tenma, il
vecchio Dottor Elefun, riesce a scoprire il Nucleo Blu Positivo, una
fonte d’energia addirittura più potente di quella nucleare che ha un
polo opposto chiamato Nucleo Rosso Negativo, molto potente, ma
pericolosissimo e quindi giudicato quasi intoccabile. L’implacabile
presidente Stone, in piena campagna elettorale, è disposto a qualsiasi
cosa pur di farsi rieleggere: venuto a conoscenza del potere del Nucleo
Rosso Negativo decide di sperimentarlo su un robot cavia (detto Il
Pacificatore) al fine di prendersi il merito della nuova scoperta e
farsi pubblicità in vista delle elezioni. Nonostante i tentativi di
Tenma ed Elefun di bloccarlo (è un esperimento estremamente rischioso)
il pazzo presidente riesce ad applicare il nucleo sul gigantesco robot
che perde quasi subito il controllo e inizia a distruggere il
laboratorio. Elefun riesce a bloccare la furia metallica del
Pacificatore, ma non riesce ad impedire che questi, nel pieno della
foga, uccida Tobio, il figlio del Dottor Tenma, che aveva assistito alla
scena di nascosto nonostante il divieto del padre.
Tenma è
ovviamente distrutto per l’accaduto e, in preda alla disperazione e ai
sensi di colpa, decide di creare una copia robot esatta del figlioletto
morto, fondendo il suo DNA con gli elementi meccanici ed applicandovi il
Nucleo Blu Positivo. Il risultato è sorprendente: la nuova creatura è
intelligente quanto il vero Tobio e, grazie al Nucleo Blu, possiede
anche il suo stesso carattere gentile e generoso. Ma purtroppo rimane
sempre e solo una copia e, nonostante il Dottor Tenma tenti in tutti i
modi di non pensarci, l’evidenza prende il sopravvento spingendo lo
scienziato, in un momento di disperazione, a cacciare di casa l’automa.
Il robottino, che nel frattempo si è accorto di non essere l’umano che
pensava, vola via in cerca di un posto in cui rifugiarsi. Una volta
giunto sulla terraferma Tobio fa la conoscenza di una ragazza, Cora, e,
fingendosi un ragazzo in carne ed ossa, la segue nel rifugio di Hammegg,
uno strano individuo che ripara robot abbandonati per poi farli
combattere tra loro. Apparentemente la vita del giovane sembra essersi
stabilizzata.
Nel frattempo il presidente Stone scende sulla
terraferma durante uno dei combattimenti che Tobio è stato costretto a
tenere e rapisce il giovane robottino sotto gli occhi di tutti. Il
presidente ordina a Tenma di staccare il nucleo blu da Atroboy, ma lo
scienziato si rifiuta categoricamente. A questo punto il pazzo
presidente, infuriato, decide nuovamente di attivare il nucleo rosso sul
Pacificatore, mettendo in serio pericolo le sorti di Metro City...
Uscito nell’ottobre del 2009 in USA e lo scorso dicembre nelle sale italiane, Astroboy, il film diretto da David Bowers (già regista di Giù per il tubo - Flushed Away,
2006) ha soddisfatto appieno le aspettative di chi sapeva che si
sarebbe trovato di fronte a un mezzo flop (me compreso). Tratto dal
manga e dalle successive serie animate (omonimi in Italia e Usa – Tetsuwan Atom
in Giappone) del Dio dei manga Osamu Tezuka, il film distribuito dalla
Eagle Pictures è un prodotto che non solo non regge il confronto con i
suoi antenati nipponici, ma che mostra senza imbarazzo la sua mediocrità
sia dal punto di vista estetico che contenutistico. Animazione digitale
vista e rivista (qui sì che sarebbe servito il 3D per attenuare il
senso di noia dovuto alla mancanza di attenzione a elementi importanti
come la fotografia); tipi al posto di personaggi, con caratterizzazioni
psicologiche spicce e frettolose, quasi per soddisfare un’esigenza
impellente di semplificazione-a-tutti-i-costi. Del capolavoro di Tezuka
rimane quindi solo una specie di guscio esterno, un lieve sapore che si
avverte solo sulla punta della lingua, con la netta consapevolezza di
trovarsi di fronte all’ennesima occasione mancata. Ne viene fuori un
prodotto, sì, carino, ma terribilmente buonista, sentimentale e
ostinatamente aggrappato alla necessità di dover dimostrare qualcosa, di
dover per forza trarre una morale da ogni singola scena rappresentata
(dall’amore al di sopra di tutto alla denuncia della politica senza
scrupoli – un film “attuale”… wow!): insomma, quanto di più lontano ci
sia da un prodotto animato giapponese. Si resiste fino alla fine,
insomma, non smettendo mai di pensare che quello che si vede è comunque
un prodotto onesto, mai sopra le righe e dannatamente funzionante.
Adesso sì che la differenza tra Astroboy e Tetsuwan Atom si sente…
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Voto: appena sufficiente
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Consulta lo speciale/biografia di Osamu Tezuka: VAI...
Di seguito il trailer originale italiano: