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Fantasmi di Don Coscarelli

Il tredicenne Mike, durante il funerale di Tommy, un ragazzo ucciso da una donna, scopre che un misterioso e gigantesco becchino sottrae i corpi dei defunti. Aiutato dal fratello Cody e dall'amico Reggie, indagherà scoprendo l'allucinante verità.
La recente scomparsa dell'attore Angus Scrimm (avvenuta il 9 gennaio scorso) ha ridestato, almeno per un certo periodo, l'interesse nei confronti del film Fantasmi, uscito nel 1979 (ma girato tra il 1977 e il 1978) che nel corso degli anni è stato apprezzato da un buon numero di appassionati (e il cui successo ha generato tre seguiti). Interesse che probabilmente si rinnoverà quando verrà presentata la versione restaurata in 4k e curata da J. J. Abrams, che inoltre servirà (forse) a farlo scoprire a chi non lo conosceva. Siamo in presenza non del migliore, con ogni probabilità, tra i titoli di un periodo, la fine degli anni Settanta e l'inizio del decennio successivo, molto ricco di pellicole del terrore (e del fantastico in generale). Nel giro di quattro anni (dal 1978 al 1982) vengono realizzati e/o distribuiti, tanto per dire: Halloween - La notte delle streghe, Fog e La cosa di John Carpenter, Zombi e Creepshow di George A. Romero, Le notti di Salem, Il tunnel dell'orrore e Poltergeist - Demoniache presenze di Tobe Hooper, Brood - La covata malefica, Scanners e Videodrome di David Cronenberg, Shining di Stanley Kubrick, Amityville Horror di Stuart Rosenberg, Inferno di Dario Argento, Morti e sepolti di Gary A. Sherman, Benedizione mortale di Wes Craven, Piranha e L'ululato di Joe Dante, Venerdì 13 di Sean S. Cunningham, La casa di Sam Raimi, Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis, Wolfen - La belva immortale di Michael Wadleigh, La maledizione di Damien di Don Taylor, Entity di Sidney J. Furie, Il bacio della pantera di Paul Schrader, Horror Puppet di David Schmoeller, Alien di Ridley Scott, Fury di Brian De Palma, Halloween III - Il signore della notte di Tommy Lee Wallace, Dracula di John Badham (e l'elenco potrebbe continuare). Tutti grandi film, o quasi. Però, al di là del mero discorso qualitativo (il ventenne Don Coscarelli produsse, scrisse, fotografò e montò il film con un budget esiguo, bisogna tenerne conto), Fantasmi si distingue in maniera abbastanza evidente dalle produzioni di quel periodo. Basta confrontarlo con alcuni titoli del '79 per rendersene conto: Venerdì 13, Amityville Horror, Fog e Alien, ad esempio. Con il primo condivide in parte la tendenza giovanilista, d'accordo. Protagonisti di entrambi sono infatti degli adolescenti, contrapposti a un'età adulta vista in maniera non proprio positiva (la madre assassina di Venerdì 13, l'anziano becchino Tall Man in Fantasmi). In un certo senso li accomuna anche la componente punitiva e addirittura sessuofobica. L'omicidio iniziale avviene durante l'atto sessuale, come in Venerdì 13 (e in Halloween - La notte delle streghe). Più o meno come in un altro film che ha per protagonista un adolescente, Wampyr (Martin, 1978), di George A. Romero. Ma appunto il tono del tutto diverso con cui Coscarelli imposta Fantasmi lo rende unico nel suo genere. L'età del personaggio principale fa sì che una lettura in chiave ludica risulti tutt'altro che fuori luogo. Ora, poiché l'atto del giocare e quello del sognare hanno senza dubbio una sorgente comune, e la dimensione onirica è assolutamente determinante in Fantasmi (Coscarelli raccontò di aver ideato il soggetto basandosi su un sogno), si può affermare che il film è un'opera che resta impressa soprattutto per la miscela di gioco, giovanilismo (i riferimenti alla cultura giovanile sono persino plateali, la maglietta dei Rolling Stones su tutti) e sogno. Anticipando, in tal senso, una tendenza che diverrà di lì a poco predominante nel cinema americano e nel fantastico in particolare. Se ci si pensa bene, anche in Halloween - La notte delle streghe, Alien e molti altri titoli successivi, l'aspetto giocoso entra a far parte del meccanismo della paura (o la paura fa parte del gioco?). I mostri non giocano forse a nascondino con le proprie vittime (e lo farà anche il replicante Roy con Deckard in Blade Runner)? Coscarelli si ispira a Dario Argento: a 4 mosche di velluto grigio e Suspiria (nella partitura musicale e in certe soluzioni narrative, fotografiche e di montaggio) e curiosamente poi a sua volta suggerirà  qualche idea al maestro romano. Come scrisse Roberto Pugliese nel Castoro Cinema dedicato al regista di Profondo rosso: “Phantasm, livido e ardito, grottesco e inappellabile, che si farà sentire poi in qualche tratto di Inferno”. Nello script (non si sa quanto volutamente) delirante, aggiungiamo noi, e nel prendere una direzione meno realista rispetto ai migliori titoli horror della prima metà degli anni Settanta (di Tobe Hooper, Wes Craven, Romero, eccetera), meno sadica e brutale. Per quanto più vicino al fantastico che al cinema del terrore (in fin dei conti si parla di esseri che vengono da un altro, non meglio specificato, pianeta), resta ancora oggi una delle pellicole più sottili, angoscianti e metaforiche sul necessario confrontarsi con la paura della morte. Che, insieme alla palpabile, suggestiva atmosfera da incubo che Coscarelli riesce a mantenere per l'intera durata del film (cosa non certo facile) rappresenta la principale qualità di Fantasmi, di cui i seguaci sottolineano giustamente anche alcune notevoli invenzioni come il cattivo Tall Man (che ha le sembianze del già citato Scrimm), capace di assumere le sembianze di una bellissima bionda (se non è puro delirio surrealista questo), le sfere volanti e trapanatrici e il dito mozzato che si trasforma in una specie di grosso insetto dagli occhi rossi. Per tutta una serie di motivi (di idee visive, anche), registi come Craven (Nightmare - Dal profondo della notte), Joe Dante (Gremlins), Sam Raimi (La casa), Hooper (Poltergeist - Demoniache presenze) e il nostro Fulci (...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà), gli devono qualcosa.
       
a cura di Roberto Frini