1. Ciao ragazzi, partiamo proprio dal vostro ultimo singolo, la cover di “Lullaby” dei The Cure!
David: Ciao! Che dirti! Stiamo parlando di un vero e proprio inno generazionale del movimento new wave, al quale noi tutti siamo profondamente legati. C’è un legame intanto emozionale perchè ci ricorda di un preciso periodo della nostra adolescenza. E poi c’è un legame artistico dato che l’influenza della new wave degli anni 80 fa parte del nostro essere Nefesh Core. The Cure sono stati e sono tuttora una band formidabile, fatta di artisti sopra le righe e anche il loro ultimo album è un capolavoro. “Lullaby” è stata quindi una scelta dettata da tutte queste ragioni. E’ diventata presto una canzone perfettamente in linea con la nostra tracklist e credo che gli arrangiamenti che abbiamo messo in campo hanno sposato le atmosfere e il mood originario, rendendo però l’intera canzone un “nostro” brano. Peraltro, ci è piaciuto molto essere riusciti a trovare una linea vocale adatta a raccontare il testo visionario di Robert Smith. Ovviamente c’è molto groove e le chitarre distorte hanno aggiunto quel tocco “metal” che fa ugualmente parte del nostro songwriting. Ne è venuta fuori una gran bella song!
Ghigas: Non aggiungerei nient’altro rispetto a quanto ha detto David. Mi sono pregiato di registrare forse una linea di basso tra le più “ottantiane” che abbia mai sentito, uno dei marchi di fabbrica della canzone originale. Mi sono davvero divertito ed emozionato!
2. State lavorando a nuova musica? In fondo il vostro debutto è uscito nel 2020…
Ghigas: Hai ragione. Come sempre il passare del tempo vince su tutti i nostri ragionamenti. Sembra ieri, ma “Getaway” ha già 4 anni. Tuttavia, la sua uscita è avvenuta poco prima della pandemia che ha bloccato il mondo intero per quasi 3 anni, per cui sotto l’aspetto promozionale è ancora un album “giovane”. Allo stesso tempo, crediamo sia passato tempo sufficiente a dare luce al nuovo album. Tra l’altro, sempre a causa del lockdown, o forse dovremmo dire “grazie a”, abbiamo raccolto, scritto e pre-prodotto molte altre canzoni, e alcune di queste hanno le caratteristiche giuste per entrare a pieno titolo nel nostro secondo album. Quindi la risposta è: si, abbiamo tanta nuova musica, che stiamo finendo di arrangiare prima di iniziare a registrare in studio affinché diventi la tracklist definitiva. Naturalmente, c’è una evoluzione sia nel songwriting che nell’impalcatura sonora e già in quieta fase preliminare il mix generale ha acquisito più “pesantezza” fermo restando il respiro dark e gothic delle melodie e dei testi. Credo sia una naturale evoluzione che rispetta, a tutti gli effetti, ciò che eravamo e ciò che siamo.
3. Parliamo degli altri progetti musicali nei quali siete coinvolti, alcuni di grande spessore!
Ghigas: Come abbiamo avuto modo di dire in altre interviste, e se ci pensi a ragion veduta, siamo quattro musicisti navigati, dei veterani del rock e del metal. In particolare David e io siamo un “duo” da quasi venticinque anni. Componiamo, scrivendo tesi e musica praticamente ininterrottamente dal 1997, quando David già tastierista e compositore principale di una nota prog metal band di Catania chiamata “Metafora”, dopo lunghe ricerche, mi contattò tramite il singer della band, un certo. Io Lombardo (Metatrone, Ancestral, ex Orion Ridere) che conoscevo da tempo perchè avevamo suonato insieme in una piccola rock band nella prima metà degli anni novanta. Ascoltai qualche brano e entrai subito nella band, la stessa che un paio di anni dopo, cambiò nome in “Metatrone”, proprio quando David ci comunicò la decisione di entrare in seminario per studiare teologia e diventare sacerdote. Senza entrare nei dettagli di una storia per molti versi incredibile, ti basti sapere che durante i primi mesi di seminario (ovviamente nel fine settimana riuscivamo sempre e vederci io e lui per continuare a comporre le canzoni di quello che stava diventando il nostro primo album) i sacerdoti anziani e i formatori, incuriositi dalla nostra musica, appresero che stavamo scrivendo testi ispirati a Cristo al suo messaggio e alla fede cristiana, pur sempre restando una metal band. Al punto che decisero di co-produrre il primo album, che infatti usci in doppia versione come “La Mano Potente” (una self-distribution) e come “The Powerful Hand”, che invece fu stampato e distribuito da Scarlet Records in Europa/USA e da King Records per il Far East. Fu l’esordio dei Metatrone, credo la prima e al momento unica Christian power / prog metal band italiana ad avere una discografia ufficiale e una attività live in Italia e all’Estero, nonché ad avere avuto un sacerdote compositore, tastierista e growler in pianta stabile. Come immagino saprai, da diversi anni David ha lasciato l’ordine sacerdotale. Furono rilasciati vari comunicati al riguardo ovviamente, dopo una vicenda che ha visto l’ottusità di una parte dei vertici del clero locale non essere in grado di capire e promuovere quanto la sua figura di musicista metallaro divenuto sacerdote avrebbe potuto continuare a significare, dopo altri due album (Paradigma e Eucharismetal) e vari singoli e innumerevoli esibizioni dal vivo e partecipazioni in tv. Ma non importa, oggi i Metatrone esistono ancora e presto ne sentirete parlare nuovamente, quando uscirà il nuovo album tuttora in registrazione e mixing.
David: Beh Ghigas ha fatto un riassunto perfetto. La storia dei Metatrone è tutt’altro che finita come hai ben capito. D’altronde, non si può fuggire da se stessi, e nel comandamento di Cristo, “Ama il prossimo tuo come te stesso”, c’è racchiuso tutto il senso della nostra storia e della mia in particolare. Io sono e resterò sempre un metallaro, un musicista, ora anche cantante oltreché tastierista, qui nei Nefesh Core.
4. Sia la copertina di “Getaway” che di “Lullaby” sono stupende e al tempo stesso inquietanti. Chi le ha realizzate e cosa vogliono rappresentare?
David: La cover di Getaway, è stata realizzata sulla scorta di una nostra idea, da Christian Wallin, mentre l’artwork di Lullaby, è opera di Mattia Stancioiu, che oltre ad essere il drummer spaventoso che tutti conosciamo, e un sound engineer sopraffino, si diletta anche con la computer grafica. L’artwork di Getaway, disegnato e realizzato con quest’aspetto “comic – like”, rappresenta una figura di spalle priva di testa che ipnotizza una donna con la fiamma di uno zippo e sta per portarla in un’altra dimensione. Sullo sfondo una città di provincia, un corvo sorvola la “stagnate” quotidianità di quelle vite come a ricordare che c’è altro oltre la solita routine. Ci sono sparsi qua e là un po’ tutti gli elementi del disco, racchiusi nelle varie canzoni. Volevamo mantenere un aria da album degli anni 80.
David: Lullaby ha invece un artwork in parte più diretto, in cui abbiamo cercato di reinterpretare l’immagine di questo mostro-ragno che si prende cura della sua preda. Tuttavia abbiamo voluto rendere più orrorifica la visione, per cui abbiamo messo una culla vuota e la presenza di un mostro dietro la tenda, cercando anche qui di ottenere quella impostazione generale “horror” tipicamente anni 80.
5. State suonando tanto dal vivo in questo periodo?
David: Si finalmente dopo tanta attesa abbiamo iniziato a suonare dal vivo e i feedback che abbiamo ricevuto sono ottimi. Dopo gli anni del lockdown e la faticosa ripresa della macchina organizzativa dei live, i Nefesh Core hanno potuto esprimersi dal vivo. E’ stato emozionante e appagante poter calcare nuova amente il palco, ora in queste veste di lead singer nel mio caso e in questo progetto, che è in parte diverso da quanto avevo finora suonato.
Ghigas: Anche per me è stato incredibile vedermi nella veste di bassista e in una band che suona un genere diverso dal classico power prog metal che i Metatrone hanno sempre espresso. Mi sono divertito un mondo e non vediamo l’ora di potervi annunciare altre date. D’altronde un musicista non può non suonare dal vivo. E’ davvero impossibile!
6. Dopo tanti anni alcuni di voi continuano ad avere forza, voglia e passione per la musica. Cosa vi dà ancora la spinta per andare avanti, nonostante un panorama musicale sempre più difficile e nel quale le band italiane ancora fanno più fatica di altre per affermarsi?
David: Siamo musicisti nel DNA, ci sentiamo dei profondi romantici. Diamo molta importanza ai sentimenti e all’impatto che gli eventi hanno sulla nostra anima e sul nostro essere persone. Ci sentiamo poeti moderni, custodi di forme espressive che resistono al passare dei millenni. Siamo amati dalla e amanti della musica. Essere noi stessi è questo a renderci unici. Le nostre canzoni rappresentano l’eredità spirituale che lasceremo a chi verrà dopo di noi. Siamo felici di questo e tanto ci basta a farci sentire artisti. Crediamo fortemente nel valore delle nostre canzoni, nelle storie che raccontiamo e pensiamo che “esserci” in mezzo a tante band valide sia importante. E’ una esigenza di vita oltreché artistica, per cui non credo sia pensabile uno scenario futuro in cui tutto questo ci sia! Hai detto bene: è la passione che mantiene tutto acceso. Il rock e il metal restano ancora oggi un baluardo di libertà, un grido di speranza a non abbattersi, a non accettare passivamente la vita, a resistere e ad essere felici, nonostante tutto. Se tutto questo ha un valore, un rocker, un metallaro non può fermarsi mai!
7. Pensate di apportare delle modifiche al vostro sound in futuro? Potete già anticiparci qualcosa?
Ghigas: Come detto prima, il sound in generale è cresciuto e si sta spingendo verso territori un po’ più duri, ma la radice dark della band è sempre viva e sta alla base di tutto. Le melodie oscure delle nostra canzoni è sempre vitale, fa parte del nostro songwriting come elemento fondante, che tra l’altro consente a David di esprimersi al meglio date le sue caratteristiche vocali.
Quindi non sono modifiche sostanziali, ma una evoluzione sonora naturale.
8. Con chi vi piacerebbe suonare o andare in tour?
David: E’ difficile rispondere a questa domanda. Sicuramente ci sono band alle quali siamo legati, ma molte sono artisticamente distanti dalla musica dei Nefesh Core. Sarebbe fantastico andare in tour con i Megadeth o i Dream Theater. Ghigas potrebbe dirti, “con gli Alice in Chains o i Linkin Park”. Oppure con i Toto… riusciresti ad immaginarlo? Come vedi si tratta di band eccezionali, non propriamente legate al dark o al gothic. Ma fanno parte dei nostri ascolti personali, del nostro background e suonare con loro beh sarebbe certamente galvanizzante.
Chi può dirlo…
9. Abbiamo finito, concludete come volete!
Ghigas: Grazie a te per questa bella intervista e per lo spazio che ci avete dedicato. Ringraziamo e salutiamo inoltre i vostri lettori e tutti coloro che ci supportano! Ci vediamo dal vivo. Alla prossima.
Stay dark!
Nefesh Core
David Brown (voce/tastiere)
Bob Brown (chitarra)
Andrea Marchese (batteria)
The Ghigas (basso)
A cura di Knife
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