ZOGAR di Nathan Sergio:
Un racconto fortemente kafkiano dove il protagonista, K., viene convocato da un vice-supervisore in una Ditta labirintica. Il viaggio che intraprende lo porta in ambienti sempre più angoscianti, popolati da figure grottesche e spazi disumanizzanti. La narrazione esplora la burocrazia, la perdita d’identità, e la costante minaccia di un potere inafferrabile. Elementi come corpi fluttuanti e messi funerari amplificano la componente weird.
Insufficienza visiva di Barbara Guarnieri
Il racconto esplora i temi dell’alienazione sociale, del confronto con il passato e della disillusione attraverso una narrazione che mescola realismo e sovrannaturale. La protagonista, Ada, partecipa a una rimpatriata con i compagni di classe organizzata in occasione del centenario della loro scuola. Sin dall’inizio, Ada si sente a disagio, percependo un senso di inadeguatezza rispetto ai successi dei suoi ex compagni e confrontandosi con i ricordi della sua solitudine e insicurezza scolastica. Il racconto esplora come il confronto con gli altri possa alimentare sensi di inferiorità e come il bisogno di superiorità possa sfociare in comportamenti distruttivi. La narrazione mette in luce la distanza tra le apparenze e la realtà delle vite umane. Ada si trasforma in una figura che cerca vendetta sugli altri, usando il potere degli occhiali per colpire chi l’aveva ferita. Il finale sottolinea come il confronto con la propria verità interiore possa essere la rivelazione più devastante.
Soldatino di plastica, cuore di uomo di Mauro Palazzi
Il racconto esplora un’inquietante metamorfosi, intrecciando elementi kafkiani e surreali con una narrazione emotivamente intensa. Il protagonista, Sergio, si ritrova reincarnato in uno dei soldatini di plastica regalati al figlio Mattia durante la notte di Santa Lucia, dopo essere morto nel sonno. Intrappolato in questa nuova forma, Sergio vive esperienze strazianti attraverso i giochi del figlio e il trattamento riservato ai soldatini, testimoniando l’innocenza e la crudeltà dei bambini.
Il protagonista, trasformato in soldatino, vive l’impotenza di osservare il mondo e il proprio figlio senza poter intervenire. I bambini, pur essendo inconsapevoli del dolore che causano, mostrano atti di violenza e insensibilità attraverso il gioco. Il soldatino simboleggia il legame spezzato tra Sergio e suo figlio, ora mediato solo da frammenti di ricordi e azioni simboliche. Il finale lascia il lettore in bilico tra un’esperienza surreale e una possibile realtà alterata.
La macchia di Paolo Sista
Il racconto segue la vita monotona e alienata di Caligari, un impiegato pubblico di mezza età, che sviluppa un’ossessione sempre più disturbante verso una macchia rossa comparsa sulle scale del suo condominio. Da semplice curiosità, la macchia diventa per lui il simbolo di un degrado fisico e morale che percepisce ovunque: nei suoi vicini di casa, nel condominio stesso e infine nella sua mente.
Caligari, che vive in solitudine in un appartamento sporco e disordinato, è un uomo frustrato, incapace di creare relazioni autentiche, e soggetto a impulsi voyeuristici e sadomasochistici.
Caligari è un individuo completamente separato dagli altri, incapace di integrarsi o provare empatia, con una vita svuotata di significato. La macchia, da semplice sporcizia, diventa per Caligari un simbolo del disordine esistenziale che lo circonda, alimentando il suo declino mentale. Il racconto riflette sul degrado umano, rappresentato sia dagli atti vandalici di Caligari sia dai suoi pensieri autodistruttivi. La macchia si trasforma in un simbolo del tumore psicologico che consuma Caligari, evidenziando il conflitto tra la necessità di purificazione e l’incapacità di sfuggire alla propria natura.
Bignè infuocati in democrazia post-bellica di Davide Russo
Il racconto si ambienta in un ufficio statale dedicato al censimento, dove il giovane e timido funzionario Franco Ernesto Vaghezza si scontra con la sua monotonia burocratica e il suo disagio sociale. La routine del suo lavoro viene interrotta dall’arrivo di Tatiana Kosetu, una signora di origine rumena che si presenta per il censimento. Tatiana, con il suo aspetto conturbante e provocatorio, il comportamento disinvolto, e la sua offerta di un bignè, destabilizza Franco, scuotendo la sua rigidità da burocrate alienato.
Tatiana rappresenta una forza anarchica e caotica che sfida le procedure fredde e impersonali dello Stato. Franco, incapace di resistere al fascino dolce e distruttivo di questa figura, vive un breve conflitto interiore tra il rigore formale del suo lavoro e il richiamo seducente del disordine e della libertà rappresentati dalla donna e dal suo bignè. Difatti, rappresenta una rottura con l’ordine stabilito, un richiamo alla sensualità, alla libertà e all’imprevedibilità della vita. La breve esperienza di ribellione di Franco si esaurisce rapidamente, lasciandolo con la consapevolezza del suo ruolo di ingranaggio nel sistema.
Il mondo viola di Massimo Junior D’Auria
Il racconto segue la routine alienante di Kappa, un impiegato modello ma socialmente isolato, che lavora presso la Bernard Enterprise, un’azienda che sfrutta i dipendenti senza offrire riconoscimenti. La vita di Kappa è scandita da un conformismo ossessivo, dalla necessità di rispettare regole rigide e dal bisogno di mantenere i suoi “indici” lavorativi a livelli accettabili. Il protagonista, tuttavia, si sente costantemente giudicato e rifiutato dai colleghi, accumulando episodi di umiliazione che annota in un taccuino con l’intento di decidere, una volta raggiunto il numero 100, se continuare a vivere.
Un giorno, un misterioso pacco indirizzato a lui arriva in ufficio. Scopre che il mittente è il Professore Lucas, un anziano scienziato con cui Kappa aveva condiviso una bevuta e una breve conversazione. Nel pacco, una teca di legno nasconde un tentacolo viola e verde, che si anima e lo ingoia. Kappa si ritrova trasportato in un mondo onirico, il “mondo viola”, popolato da persone fluttuanti e felici che lo accolgono con calore.
Il racconto critica il sistema aziendale che annulla l’individualità e sacrifica il benessere personale per la produttività e Kappa incarna l’angoscia della solitudine, l’incapacità di connettersi con gli altri e il desiderio inappagato di accettazione. Il mondo viola rappresenta una metafora del desiderio umano di sentirsi parte di una comunità, anche a costo di sacrificare la realtà mentre la transizione dal mondo reale al mondo viola simboleggia una liberazione dalle catene di un’esistenza sterile e soffocante.
Concorso dell’anno di Matteo Zanoni
Il racconto, ambientato in un futuro distopico, descrive il “Concorso dell’anno,” un evento che unisce spettacolo, scienza e fanatismo collettivo. Il vincitore, sottoposto a un trattamento scientifico rivoluzionario, risplende di luce giallognola e si offre come bersaglio al pubblico in un rituale violento. Gli spettatori, tra cui il narratore, scagliano monete e altri oggetti contro il corpo del vincitore, spinti da una feroce euforia che trasforma l’arena in un caotico sfogo di odio e liberazione.
Nonostante le ferite, il vincitore resiste, dimostrando il successo della procedura scientifica e il suo ruolo di simbolo per la comunità. Tuttavia, nel momento di massima celebrazione, le monete si staccano dal suo corpo e l’uomo, inciampando, muore improvvisamente con il cuore – spaccato in quattro. La folla, delusa e furiosa, si disperde raccogliendo le monete, riducendo il corpo del vincitore a un oggetto abbandonato.
Il racconto esplora temi come il culto della violenza, la disumanizzazione nella ricerca del progresso e l’inconsistenza dei valori sociali, sottolineando l’alienazione e la superficialità di una società consumata dal desiderio di spettacolo e conformismo.
La Traccia di Barbara Guarnieri
Il racconto segue una protagonista che si sottopone ripetutamente a un enigmatico esame, guidata dall’esaminatore, un uomo freddo e imperscrutabile. Ogni tentativo di presentare una traccia della propria esistenza, simbolizzata da vari oggetti come una barchetta di carta o un foglio bianco, si scontra con il disappunto e il rifiuto dell’uomo.
Nonostante gli sforzi della protagonista di esprimere la propria identità, il processo si rivela frustrante e alienante, fino a culminare in un paradossale accoglimento dell’ultimo tentativo: un foglio vuoto. L’esaminatore dichiara “va bene così” e la congeda, segnando il passaggio simbolico all’inizio della sua vita, vista come un percorso fatto di fallimenti e rifiuti.
Il racconto esplora temi esistenziali come il senso di inadeguatezza, la ricerca di significato e l’angoscia dell’incertezza davanti alla vita. La protagonista si confronta con la consapevolezza che la vita non segue una traccia predeterminata, ma si costruisce attraverso errori e contraddizioni. Il finale, intriso di rassegnazione e ambiguità, lascia aperta la domanda su come affrontare un’esistenza priva di certezze.
Una Processionaria di Francesco Rosati
Il protagonista, il signor Semprini, si trova coinvolto in una serie di eventi strani e inquietanti a partire da una semplice fila alla banca.
Tutto inizia con un’attesa interminabile e un incontro fortuito con un individuo misterioso. L’atmosfera si fa sempre più densa e opprimente, culminando nella scoperta di una larva di processionaria nel suo cassetto di sicurezza.
Da quel momento, la vita di Semprini subisce una drastica svolta. La larva si moltiplica in modo esponenziale, assumendo dimensioni sempre più grandi e inquietanti. L’intera città sembra essere invasa da queste creature, trasformandosi in un incubo vivente.
Il racconto si conclude con un finale aperto e perturbante. La presenza delle larve, inizialmente simbolo di piccolezza e insignificanza, si trasforma in una minaccia esistenziale, mettendo in discussione la stessa natura della realtà.
L’Evasione di Davide Russo
Un racconto intenso che esplora i temi della vecchiaia, della libertà e della ribellione contro un sistema oppressivo.
La storia è incentrata su Luigi, un anziano residente in una casa di riposo, che decide di evadere dalla struttura. La vita all’interno della casa è rigida e controllata, con orari precisi e attività standardizzate. Luigi, stanco di questa routine opprimente e consapevole degli effetti collaterali dei farmaci, decide di riprendersi la sua autonomia.
Nel frattempo, il racconto si intreccia con altre storie: quella di W., un uomo stanco della sua monotona routine lavorativa; quella di Carlo, il suo collega loquace e ossessionato dalle donne; e quella di Kevin, un bambino pieno di energia e immaginazione che sogna di diventare un supereroe.
La storia esplora le difficoltà e le frustrazioni legate alla vecchiaia e alla vita in una struttura assistenziale mettendo a confronto generazioni diverse, mostrando le loro aspirazioni, i loro limiti e le loro diverse percezioni della realtà.
Facciamo le cose per bene, noi! di Mauro Palazzi
Il racconto ci immerge in un’avventura grottesca e tragicomica, dove un semplice avviso di giacenza si trasforma in un’odissea burocratica degna di Kafka.
Il protagonista, Egisto Bianchi, si trova alle prese con un’amministrazione pubblica che sembra più interessata alle procedure che alle persone. Un banale errore di trascrizione del suo nome, “Bianchi E punto” invece di “Bianchi Egisto”, innesca una serie di eventi paradossali e surreali.
Il racconto è una critica pungente alla burocrazia e alla sua incapacità di comprendere le esigenze delle persone. L’ironia e l’esagerazione sono gli strumenti utilizzati dall’autore per sottolineare l’assurdità di un sistema che, pur vantando l’efficienza e la precisione, finisce per creare inutili complicazioni e frustrazioni. Un’odissea burocratica esilarante e frustrante.
La Quarta Dimensione di Valerio Romano
È un’immersione profonda e inquietante nella mente di un uomo che lotta con la perdita del padre. Il racconto si trasforma gradualmente in un viaggio allucinatorio, dove i confini tra realtà e immaginazione si dissolvono.
Il protagonista, profondamente segnato dalla figura paterna, si trova a confrontarsi con una realtà che si deforma e si distorce con il passare del tempo. La casa, un tempo rifugio familiare, diventa un luogo claustrofobico e inquietante, popolato da presenze oscure e allucinazioni.
Lo stile dell’autore è caratterizzato da una prosa densa e evocativa, che crea un’atmosfera di oppressione e disagio. La narrazione in prima persona permette al lettore di immedesimarsi profondamente nel protagonista e di condividere la sua angoscia.
Il Gioco di Kappa di Natan Sergio
Il racconto ci trascina in un futuro distopico, dove la società è rigidamente divisa in cittadini e semicittadini. Il protagonista, Kappa, è un funzionario che svolge controlli sui semicittadini, sottoponendoli a verifiche fisiche.
La narrazione si sviluppa attorno a un mistero: la presenza di casse misteriose che cadono dal cielo e vengono raccolte da squadre specializzate. Kappa, incuriosito da questo evento e da un dettaglio anomalo riscontrato durante una verifica, inizia a indagare autonomamente. Un mondo distopico e un mistero da svelare, il tutto intrecciato con una narrazione che dipinge un futuro opprimente e controllato, dove la libertà individuale è limitata e le persone sono classificate in base a un sistema gerarchico rigido.
Ultimati i racconti, troviamo la sezione Paragrafi, che contiene il libro game:
In Il Certificato Perduto, sei tu il protagonista di una missione impossibile: recuperare un documento burocratico. Ogni tua scelta influenzerà l’esito della tua avventura, portandoti a scoprire nuovi ostacoli e a interagire con personaggi bizzarri. Sei pronto a mettere alla prova le tue capacità di problem solving e a districarti in un labirinto di moduli e pratiche?
Molto gradevole.
Infine, la sezione Segni, che contiene FUMA. BEVI. SGRIDA. di Marta Arca e Paolo Sista.
I due artisti, rispettivamente grafico e autore, uniscono le loro arti per creare un mosaico di parole e tratti di matita, che intende mostrarci disagio, paure e fragilità.
Poesie e mini-racconti, sapientemente illustrati, ci trasportano in un universo che presenta una grande varietà di stili, temi e registri linguistici. Il tema dell’identità, della sua costruzione e fluidità, è centrale, così come quello della morte, intesa sia come fine fisica sia come rinascita interiore. La solitudine e l’alienazione sono sentimenti pervasivi in molti testi, con personaggi che si sentono spesso isolati e incompresi, alla ricerca di un senso di appartenenza.
Il linguaggio è utilizzato come strumento per costruire e decostruire la realtà. Molti testi giocano con le parole, i significati e le possibilità espressive della lingua.
In conclusione, il collettivo Strani Æoeni dimostra grande maestria nel maneggiare mente e penna, omaggiando il maestro e scrittore boemo Franz Kafka in modo eccelso, bizzarro e malignamente contorto.
Chapeau.
Progetto K – Bizzarre Metamorfosi Kafkiane
Autore: Collettivo Strani Æoeni
Editore: Colomò Editore
Pagine: 196
ISBN: 979-1281430174
Costo: 15 € cartaceo
A cura di Flavio Deri
Tutti i diritti riservati per immagini e testi agli aventi diritto ⓒ.