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Ventruto, cantautore e musicoterapeuta

Ho conosciuto Stefano Ventruto, in arte Ventruto, al Top Video Center, un negozio di Brindisi, la mia città: una rivendita di dvd, fumetti, videogames, cards, ma anche un luogo di incontro. Per ragazzi e adulti. Realtà locale unica. Il titolare si chiama Stefano anche lui.
Ventruto indossava abiti scuri, un cappello nero e una maschera dorata. Un abbigliamento strano? No, considerando che era solo la copertina di un cd.
Ventruto - Terapie di Fantasia (2012). Prodotto da L'Atlantide e distribuito da Edel Italy.
Non comprai quel disco.
Ho rincontrato il cantautore dopo un paio di anni su Facebook. Non portava più la maschera, ma un paio di occhiali dalla montatura nera che gli davano una aspetto professionale. Il look, però, era casual e indossava una maglietta rossa. Ed era pure in compagnia dei Fratelli Severini dei Gang e dei Modena City Ramblers.
Io gli ho fatto gli auguri per il compleanno e gli ho chiesto se voleva che recensissi i suoi dischi. Perché l'ho fatto, dato che non li conoscevo? Boh...
Quindi Stefano ha accettato. Abbiamo conversato piacevolmente e lui mi ha fornito del materiale.
In particolare due video che mi hanno colpito.
Il primo è Un pregiudizio, tratto dall'album Positività sociale (2015 Latlantide/Edel) e vede la partecipazione dei Gang, la band dei fratelli Severini, con la voce bellissima di Marino, rockstar della  musica italiana alternativa.
Stefano e Marino giocano con le chitarre puntandole come fucili (così fanno i bambini), seguono buffe coreografie di danza, compiono gesti ordinari (un caffé al bar, una sigaretta), giocano con gli occhiali da sole e cantano. Stefano con una voce più vellutata, Marino più calda e roca. Invitano a esprimersi, andando oltre i pregiudizi sociali, un'idea preconcetta di perfezione e la paura di non essere all'altezza degli altri, magari di una partner. La musica è semplice: chitarra acustica ed elettrica, basso e batteria precisi: folkrock Gang style.
Il secondo è  Fantasie dal primo cd. La musica ricorda l'Ivano Fossati di Panama, un pop vagamente reggaeggiante. Il testo e il video raccontano di una coppia che deve confrontarsi con le proprie paure, limiti, desideri: devono conoscersi insomma. Anche reciprocamente.
Il video, diretto dalla regista americana Juliet Janiszewski, è bellissimo. Meriterebbe un premio. Il rumore dell'acqua inizia e termina il video. E l'acqua (da lei ebbe inizio la vita) avvolge i tre personaggi del corto. Uno è Ventruto. Gli altri una giovane donna e un giovane uomo: due compagni di vita. Tutti e tre con la maschera. I due stanno affrontando una crisi che li porterà a una maggiore consapevolezza reciproca. Lui regala a lei dei pezzi di puzzle: frammenti della loro vita insieme e delle loro individualità. Lei li conserva e li studia, come se fossero delle lettere. A un certo punto li dispone tutti su un muretto e prova a comporre il quadro intero. Quando l'uomo regala alla sua compagna l'ultimo pezzo, entrambi si tolgono le maschere. Si prendono per mano e si abbracciano. Guardano verso lo spettatore. Lui senza problemi. Lei protegge gli occhi dietro occhiali scuri: non più maschere però. In una delle ultime inquadrature vediamo il primo piano dei due, ritratti in bianco e nero, prima in una immagine integra, poi in un una in cui si vede la linea dei frammenti del puzzle. Quindi il rapporto fra i due si è ricomposto solo per ora. Potrebbe incrinarsi nuovamente, ma ora entrambi si conoscono meglio, più dettagliatamente (la loro immagine divisa in puzzle) sanno i loro limiti e hanno meno paura di affrontare le difficoltà.
Una canzone e un video semplici e curativi come una chiacchierata con uno psichiatra simpatico. O un musicoterapeuta.
A questo punto ho comprato e ascoltato diverse volte i due cd che compongono la discografia di Ventruto. E mi sarebbe piaciuto avere più spazio per parlarne. I testi parlano dei temi elaborati sopra, espandendoli anche dalla individualità al rapporto di coppia e alla società. Come nel disegno del Tao, nelle canzoni di Ventruto società e individuo sono interconnessi. Le musiche sono altrettanto semplici dei testi. Si badi che chi scrive intende la semplicità una forma superiore di espressione. Il saggio taoista (anche Gesù era così) necessita di una frase al posto di un volume di 300 pagine.

Stefano Ventruto, brindisino, è un Dottore Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale-Musicoterapeuta. Effettua la sua attività terapeutica di gruppo nel Servizio Psichiatrico Universitario Diagnosi e Cura dell'Aquila in stretta collaborazione con il Direttore del reparto SPUDC - l'Aquila, Prof. Alessandro Rossi (Psichiatra). Durante i suoi incontri nei gruppi di Musicoterapia, Stefano, con indosso il camice bianco per codice deontologico, esegue dei brani con voce e chitarra. Si ascoltano ed analizzano canzoni italiane d'autore (Vasco Rossi, Ligabue, Modena City Ramblers, Gang, Alma Manera, Francesco De Gregori, Adriano Celentano, e Ventruto) per entrare in contatto con gli utenti e raggiungere obiettivi di tipo terapeutico e psicoeducativo. L'ascolto e l'analisi forniscono emozioni, sentimenti e spunti di riflessione  al fine di migliorare la loro qualità di vita.
Ma l'attività del dott. Ventruto esce anche dal Servizio Psichiatrico ed entra nelle scuole dell'infanzia e negli istituti superiori. Svolge quindi un lavoro di prevenzione con gente senza disturbi a indirizzo psichiatrico.

Stefano si è laureato in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica & Psicosociale presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Aquila con voto 110 e Lode discutendo la tesi di Laurea (La comunicazione attraverso la musica)  su una sua canzone dal titolo Questa Vita è Mia. Il brano è stato usato per uno Spot ACI Nazionale Sicurezza Stradale e prodotto dalla Major Universal Music. Inoltre Questa Vita è Mia è entrata nel prestigioso fascicolo prodotto e pubblicato dalla Universal Music Publishing Ricordi dal titolo Antologia della canzone Vol.3.
Ventruto, impegnato da sempre nel sociale, nasce come chitarrista ritmico blues e jazz, ma ama la melodia italiana.
Dopo diversi brani in compilation, giunge finalmente al suo primo cd Terapie di Fantasia (2012), presentato anche nel corso del programma Sulla via di Damasco su RaiDue Tv. Il titolo indica il forte potere terapeutico della musica per lo spirito umano.
I testi invitano ad affrontare la vita con positività e amore, sempre alla ricerca di un equilibrio individuale e collettivo.
Queste tematiche sono ribadite con ancora maggiore coerenza e superiore qualità artistica nel secondo disco, Positività sociale (2015 Latlantide/Edel) che deve molto all'esperienza professionale del dott. Ventruto. È una specie di concept album sulle questioni di cui si diceva prima ed è stato premiato al MEI di Faenza.
Al cd partecipano Alma Manera, The Gang, Modena City Ramblers, Ice Ghiacci, dei MCR, Marco Carena, e Alessandro De Gerardis. L’opera è stata pure elogiata dal grande vecchio del rock, l'”alcolico” Pino Scotto, che da sempre valorizza i giovani italiani di talento.
L'album va ascoltato nel suo insieme per comprenderlo, ma è possibile citare almeno due canzoni: Un pregiudizio (feat. The Gang) e Un mondo accessibile (feat. Modena City Rambllers).

In conclusione, per conoscere meglio la sensibilità e l'intelligenza del musicoterapeuta dott. Stefano Ventruto aka cantautore Ventruto, riporto uno scambio di battute tra noi due.
Io: “Tutta la musica, per esperienza personale, può essere terapeutica: da Lalli a Fabrizio de Andrè, da Ivano Fossati a Ventruto e Lucio Dalla, da Phillip Glass fino ai Sepultura.”
Stefano: “Tutto può essere terapeutico e fornire momenti costruttivi di riflessione tenendo presente che tutto è correlato alla sensibilità dell'ascoltatore.”

 di Luca Bonatesta
(lucabonatesta71@gmail.com)